Tre anni fa, tutto era pronto per la Giornata della donna: analisi, approfondimenti, testimonianze per fare luce sulle condizioni delle lavoratrici nei servizi e nel commercio nella nostra regione. Fisascat Cisl Lombardia lo stava organizzando a Milano e dovette fermarsi, a poche ore, dal convegno come tanti altri: la pandemia aveva spazzato via ogni possibilità di incontro. Ha deciso di proporre questa mattina di intenso confronto oggi, scegliendo la provincia di Varese come location, e più precisamente Saronno.
Una scelta importante perché permette di fotografare da una parte i piccoli passi avanti, anche normativi, ma anche cos'è cambiato per queste donne dopo l'emergenza sanitaria. Spesso in prima linea o con il lavoro pesantemente ridotto - di conseguenza lo stipendio - da quanto stava accadendo: insomma, i problemi di prima che gravavano con ulteriore forza. Sfide ulteriori, di fronte alle quali però resta la stessa determinazione delle donne.
Se n'è percepita tanta, durante la testimonianza di Romina Fontana, ispettore della Polizia di Stato della squadra mobile di Varese: l'ingresso delle donne negli anni 80' nelle forze dell'ordine, le difficoltà, ma un fattore chiave che si fa strada. Consapevolezza. E ha colpito tutti il lavoro che l'ispettore svolge nelle scuole con le ragazze, proprio nel segno della consapevolezza. Oppure durante l'intervento di Barbara Brambilla, delegata Fisascat Cisl in una società a Malpensa, riuscire a conciliare il lavoro e la famiglia, a maggior ragione da sole, è un'impresa ardua che pur non scoraggia le donne.
Modifiche normative sono avvenute, ha rilevato l'avvocato Silvia Balestro, ma non tutte gettato luce vera sul futuro. E se l'Italia deve fare passi avanti, qualche volta le delusioni possono venire anche dall'Europa. Ma soprattutto non si possono dimenticare le donne in Iran, o in Afghanistan, nei Paesi dove la parità di genere è ben lontana e le sofferenze sono devastanti. Lo ha ricordato l'intervento dell'europarlamentare Isabella Tovaglieri, oltre a rimarcare come migliorare la presenza delle donne nel mondo del lavoro fa bene anche al Pil.
Oggi infatti, troppo spesso si è incollate in un part time non voluto o comunque con uno stipendio che non consente di vivere e mantenere la famiglia.
Le donne che non si arrendono, anzi si ribellano, si è sottolineato durante la tavola rotonda moderata da Marilena Lualdi, direttore dell'Informazioneonline. Una ribellione buona che non annienta, bensì costruisce. Lo fanno per sé e per tutti, per chi è in difficoltà, per i fragili. E devono avere gli uomini dalla loro parte. Come si è percepito con forza oggi al convegno, aperto dal segretario generale Fisascat Cisl Lombardia Ivan Notarnicola e chiuso dal segretario nazionale Davide Guarini: si è collegato per un saluto il segretario generale Usr Lombardia Ugo Duci. Presente Giuseppe D'Aquaro, segretario della Fisascat Cisl dei Laghi, determinanti le donne del sindacato che hanno creato una mattina fitta di confronti e seguita fino all'ultimo dai numerosi presenti: Sara Mangone, che ha introdotto l'iniziativa, Claudia Belotti e Laura Capitale. Dopo il convegno, lo spettacolo con Alessandra Ierse.