Ieri... oggi, è già domani | sabato 27 aprile, 14:51
"ul brusoegiu" - il rompiballe
Ne abbiamo parlato, ma (evidentemente) in due Edizioni di "ul Giusepèn" e di "Giusepèn e Maria" non tutti lo hanno compreso...
"va là, por'om"" - tirati da parte, pover'uomo
Prima, tuttavia, cito un detto di mamma: "ogni cò l'e fèi da sassu e gan tuci ul so fracossu" (ogni casa è costruita con materiale edilizio e tutte le case hanno di che discutere) - a "discutere", ovvio, sono le persone che in...
"a brenta" - il mastello
Poi, da giovanotto, avevamo un locale adibito a lavanderia e lì, c'era meno cicaleccio per via della dislocazione familiare che non consentiva un rapporto diretto per chi effettuava lo stesso mestiere
"chi ga mangia in pè" - chi mangia in piedi
"Chi ga mangia in pè, ga n'à mai a se" (chi mangia in piedi, non ne ha mai abbastanza) nel senso che "è mai sazio; vuole altro cibo".
"a dre a man" - subito
Una frase tanto cara a Giusepèn è "a egnu …. a dre a man" che, in buona sostanza vuol dire "subito", immediatamente, senza indugio, senza conoscerne le motivazioni.
"april ….'na guta, un baril" - aprile, ogni goccia, un barile
L'ammonimento salvaguarda la salute. Qui ci sta pure, l'apparire, il cambio del guardaroba, la voglia di evadere e di "farsi vedere", senza la paura di ammalarsi
"palanche - franchi" - soldi
E' un termine "palanche" tipicamente Ligure giunto a Busto Arsizio in epoca lontana
"ul pess d'april" - il pesce d'aprile
Lo facevamo noi scolaretti con la blusa nera ed il colletto bianco - lo facevano i ragazzi, con scherzi più o meno cretini e non certo cognitivi - lo facevano gli adulti
"ne toeti, ne 'mpatoti"" - incomprensioni
Siamo un Paese di litigiosi ed è bene evocare una frase dei Legnanesi (Teresa, Giuàn e Mabilia) "chi vusa pussè, la vaca l'e sua"
“L'e greu” - “È pesante”
Il fardello della vita è pesante, catechizza Giusepèn. Lui, uomo probo e riflessivo, vede tante cose che non vanno. Soprattutto lo turba alquanto vedere i più piccoli morire di fame...
"Bauscia, buoscia e bauscen" - gradasso, sterco di mucca e bavaglino
Si può bene notare la differenza dei tre significati che, tuttavia, posseggono un tono conciliante che il Dialetto Bustocco da strada mette bene in evidenza.
"Bon pai cài" - adatto per i calli
Si apostrofava così, colui che dimostrava scarsa sensibilità (e addirittura cattiveria, cinismo) nell'agire, non in maniera corretta
“Sun drè gni” - Sto arrivando
Siamo alle prese con un modo di dire della Parlata Bustocca che si sta trasformando. E spieghiamo subito...
"ul cu e mèna" - il frivolo
Due parole nuove, "pescate" dal Dialetto Bustocco da strada, ad opera del Giusepèn
“I dòn, a so festa” - Le donne... la loro festa
“Si fa in fretta a dire per l'8 marzo, la festa delle donne... poi guarda cosa succede”. Rifletto anch'io sul monito di Giusepèn. Senza retorica. Senza alcun ammonimento. Semplicemente per constatazione...
"a nidula e a scapuscia" - il succo e …. l'inciampo
Termine che nel Dialetto Bustocco da strada lo si diceva e non ho trovato scritti durante la mia ricerca, sui libri che ho consultato, editi negli anni a seguire il 1950
"a madrizia" - la voglia
Una parola. un programma. Con la "madrizia" (la voglia) si può scrivere un romanzo.
"l'e se mezzu" - è abbastanza la metà
Nel Dialetto Bustocco c'è fantasia, ma non esiste l'esagerazione, proprio com'è la gente di qui.
"te me mèni a dre?" - mi porti con te?
"par incoeu, l'e se insci" (per oggi basta così), dice Giusepèn …."nogn, tiremm innanzi" (noi tiriamo avanti ….come disse a suo tempo, Amatore Scesa). E ce la ridiamo!
"un sottile dispiacere" - me lo ricorda Giusepèn
Non so come sarà la Busto Arsizio dopo il 2050 …