Emanuele Antonelli esprime pieno sostegno alla società dopo la retrocessione in D e in particolare alla presidente Patrizia Testa. Nonostante la delusione per i risultati sportivi, il primo cittadino ha lodato con forza la gestione economica della Pro Patria.
A seguito di quanto espresso due giorni fa dal club biancoblù, che cercherà di ottenere il ripescaggio o, in caso contrario, di tornare il prima possibile nel calcio professionistico (LEGGI QUI), il primo cittadino si è manifestato fiducioso: «Sono contento e credo in quello che dicono, sono certo che faranno l'impossibile, anche i nuovi soci - ha esordito Antonelli, riferendosi alla dirigenza biancoblù – La squadra è retrocessa, ma la gestione finanziaria è da Serie A, un grande merito di Patrizia Testa».
Il sindaco non nasconde l'amarezza per l'esito del match di Vercelli (LEGGI QUI), ma al triplice fischio di sabato il suo primo pensiero è andato alla presidente: «Cercavo il volto della Patrizia dopo la partita, perché in primis mi dispiace per lei, sempre e comunque - prosegue Antonelli - Avrei voluto consolarla subito, se lo merita, su di lei non ho mai avuto dubbi».
Riguardo alle possibili critiche sulla stagione e su eventuali errori, Antonelli è lapidario: «Ho sentito di tutto e di più - afferma il sindaco - Chi non è nel calcio, chi non fa questo di mestiere, può dire quello che vuole. Siamo tutti c.t., ma io non mi esprimo mai se non conosco la realtà delle cose». Per il Sindaco, di fede rossonera, le annate storte possono capitare anche ai migliori, citando come paragone il Milan: «Non può sbagliare la Pro Patria? Guardate il Milan cosa ha fatto: capitano annate così».
In conclusione, Antonelli ribadisce la sua convinzione sulla validità del progetto Pro Patria, fondato su basi solide: «Oggi, con quello che costa iscrivere una società e soprattutto mandarla avanti, è difficile essere a zero debiti come succede alla squadra. Credo che la Pro meriti di essere ripescata, perché ha sempre giocato pulito. Non so se tutte le società di calcio possono dire lo stesso».