Oggi alla Liuc di Castellanza un professore di fama internazionale nel mondo del calcio, il dottor Piero Volpi, che ha spiegato ai ragazzi l’importanza della prevenzione degli infortuni sportivi e quanto essi, nel calcio moderno, siano correlati al costante stress fisico a cui gli atleti si sottopongono.
Il dottor Volpi è il responsabile dello staff medico dell’Inter, motivo per cui la sua analisi si è sviluppata principalmente attorno al mondo del calcio, ricordando sempre però che sono problematiche che si ritrovano in molti altri sport. Il medico, tra l'altro, è anche il responsabile dell’Unità di Traumatologia dello Sport e Chirurgia del Ginocchio all’Humanitas di Rozzano.
La lezione è stata organizzata dall’università in collaborazione con Humanitas. A presentare il dottore e introdurre la lezione sono state le professoresse Patrizia Tettamanzi e Alessandra Massironi.
«Lo studio apre la mente, non bisogna mai sacrificarlo per la carriera sportiva ed è complementare allo sport», ha esordito il dottore, che si è laureato in medicina mentre ancora giocava a calcio.
Sport, come gli altri, che è cambiato negli anni: «Oggi la componente fisica equivale a quella tecnica, adesso gli sport sono tutti fisici. Quindi, la cura del corpo equivale a quella tecnica, bisogna saperlo curare a 360°». E ha sottolineato che «la prevenzione dei traumi è la cura dello sportivo, deve essere questo lo scopo del medico dello sport: prevenire».
E quando non si riesce, il recupero è altrettanto importante, anche se «le linee spesso divergono: talvolta viene chiesto un recupero veloce, non solo dal club ma anche dai tifosi, ma bisogna considerare anche la volontà del giocatore e fare un percorso per far rientrare l’atleta in sicurezza».
I fattori di rischio di un infortunio sono molteplici, ma sicuramente determinanti nel calcio moderno sono «le molteplici partite, che non permettono ai giocatori di allenarsi abbastanza» e il dottore ha portato come esempio una parte di calendario dell’Inter nella scorsa stagione, che si è ritrovata a giocare tre gare in una settimana: «C’è stata la possibilità di un solo allenamento e qui allora entra in gioco il turnover».
Poi il dottor Volpi ha mostrato i numeri di uno studio fatto sulla Premier League e il risultato è impressionante: «L’80% delle lesioni del crociato è diventata quasi da stress, infatti nell’80% dei casi non è da contatto ma da movimenti alterati dalla fatica o dalla non preparazione – e il dato preoccupante è che – l'incidenza è in aumento».
E una delle soluzioni è stata proposta proprio dal dottor Volpi nel 2017: «Le 5 sostituzioni, che sono state poi introdotte in epoca pandemica e non sono state più tolte». Altre proposte del dottore sono «andare a incidere sui calendari delle nazionali, durante la sosta di 15 giorni passi a un altro staff che non ti segue allo stesso modo, si potrebbero mettere a inizio o fine campionato. Un'altra è ridurre il numero di squadre».
E allora quali sono le conclusioni? Forse la più significativa tra quelle esposte dal dottore è che «le società dovrebbero investire nel settore medico, perché questo avrebbe sicuramente un ritorno positivo, anche a livello economico».
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