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Sport | 10 novembre 2023, 20:15

Il medico dell'Inter spiega agli studenti della Liuc lo stress clinico nello sportivo: «Dobbiamo fare prevenzione»

Il dottor Piero Volpi ha tenuto una lezione sui fattori di stress che causano gli infortuni e su come si potrebbero prevenire. Ad esempio attraverso la sua intuizione del 2017, messa in pratica durante la pandemia: le cinque sostituzioni

Il medico dell'Inter spiega agli studenti della Liuc lo stress clinico nello sportivo: «Dobbiamo fare prevenzione»

Oggi alla Liuc di Castellanza un professore di fama internazionale nel mondo del calcio, il dottor Piero Volpi, che ha spiegato ai ragazzi l’importanza della prevenzione degli infortuni sportivi e quanto essi, nel calcio moderno, siano correlati al costante stress fisico a cui gli atleti si sottopongono. 
 
Il dottor Volpi è il responsabile dello staff medico dell’Inter, motivo per cui la sua analisi si è sviluppata principalmente attorno al mondo del calcio, ricordando sempre però che sono problematiche che si ritrovano in molti altri sport. Il medico, tra l'altro, è anche il responsabile dell’Unità di Traumatologia dello Sport e Chirurgia del Ginocchio all’Humanitas di Rozzano.  
 La lezione è stata organizzata dall’università in collaborazione con Humanitas. A presentare il dottore e introdurre la lezione sono state le professoresse Patrizia Tettamanzi e Alessandra Massironi.  
 
«Lo studio apre la mente, non bisogna mai sacrificarlo per la carriera sportiva ed è complementare allo sport», ha esordito il dottore, che si è laureato in medicina mentre ancora giocava a calcio.  
 
Sport, come gli altri, che è cambiato negli anni: «Oggi la componente fisica equivale a quella tecnica, adesso gli sport sono tutti fisici. Quindi, la cura del corpo equivale a quella tecnica, bisogna saperlo curare a 360°». E ha sottolineato che «la prevenzione dei traumi è la cura dello sportivo, deve essere questo lo scopo del medico dello sport: prevenire».  
 
E quando non si riesce, il recupero è altrettanto importante, anche se «le linee spesso divergono: talvolta viene chiesto un recupero veloce, non solo dal club ma anche dai tifosi, ma bisogna considerare anche la volontà del giocatore e fare un percorso per far rientrare l’atleta in sicurezza».  
 
I fattori di rischio di un infortunio sono molteplici, ma sicuramente determinanti nel calcio moderno sono «le molteplici partite, che non permettono ai giocatori di allenarsi abbastanza» e il dottore ha portato come esempio una parte di calendario dell’Inter nella scorsa stagione, che si è ritrovata a giocare tre gare in una settimana: «C’è stata la possibilità di un solo allenamento e qui allora entra in gioco il turnover».  
 
Poi il dottor Volpi ha mostrato i numeri di uno studio fatto sulla Premier League e il risultato è impressionante: «L’80% delle lesioni del crociato è diventata quasi da stress, infatti nell’80% dei casi non è da contatto ma da movimenti alterati dalla fatica o dalla non preparazione – e il dato preoccupante è che – l'incidenza è in aumento». 
 
E una delle soluzioni è stata proposta proprio dal dottor Volpi nel 2017: «Le 5 sostituzioni, che sono state poi introdotte in epoca pandemica e non sono state più tolte». Altre proposte del dottore sono «andare a incidere sui calendari delle nazionali, durante la sosta di 15 giorni passi a un altro staff che non ti segue allo stesso modo, si potrebbero mettere a inizio o fine campionato. Un'altra è ridurre il numero di squadre».  
 
E allora quali sono le conclusioni?  Forse la più significativa tra quelle esposte dal dottore è che «le società dovrebbero investire nel settore medico, perché questo avrebbe sicuramente un ritorno positivo, anche a livello economico».  

Michela Scandroglio

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