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Altri sport | 05 maggio 2025, 00:38

Piastri fa Poker, la Ferrari al massimo può giocare a Uno

Quarta vittoria su sei gare per l’australiano che consolida il vantaggio in classifica piloti. Ferrari conclude un tragicomico weekend con un settimo e ottavo posto insignificanti. Norris e Russell chiudono il podio

Copyright McLarenF1 X Account

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Oscar Piastri vince. La McLaren stravince. Doppietta Papaya a Miami, 37 secondi rifilati al terzo in classifica (Russell). Un passo gara inarrivabile, anche per l’extraterrestre Verstappen che ha resistito 15 giri ma ha poi dovuto cedere agli attacchi di Piastri prima e di Norris poi.

Bravissimo l’australiano, attendista all’inizio contro un Max Verstappen aggressivo come sempre e deciso e chirurgico poi quando è passato all’attacco. Non si può dire lo stesso per il compagno di squadra Lando Norris. Certo, chiude la gara al secondo posto e quindi contribuisce alla doppietta del team di Woking. Ma, ancora una volta, subisce una manovra (al limite) di Verstappen all’inizio e poi ci mette troppi giri per superare l’olandese una volta recuperate le posizioni. Quando alla finalmente si porta in seconda posizione, è troppo lontano da Piastri e la sua rimonta nella seconda metà di gara si rivela fine a se stessa.

La McLaren si è dimostrata ancora una volta una astronave, la vettura nettamente migliore del lotto. George Russell, splendido terzo con la sua Mercedes, arriva a più di 30 secondi dal vincitore. Verstappen, straordinario protagonista della prima parte di gara con manovre difensive come sempre al limite, non può fare nulla contro la MCL39 e perde il podio su Russell per una strategia che l’ha costretto a fermarsi prima dell’inglese partito con le hard e favorito dal tempismo della Virtual Safety Car.

Quarta forza in campo del weekend è chiaramente la Williams, quinta con Albon davanti all’altra Mercedes di Antonelli e nona con Sainz dietro le due Ferrari solo a causa della Virtual Safety Car di metà gara che ha mescolate un po’ le carte.

Già, la Williams era più veloce di Ferrari. Avete letto bene. Quinta forza in campo, in difficoltà nella lotta con le Williams e, a inizio gara, in difficoltà persino contro la Haas di Ocon. Una vettura non all’altezza del nome e del blasone della Scuderia. Un team allo sbando e altrettanto non all’altezza del nome che porta. Strategie “a caso” durante la Sprint Race del sabato, dove Hamilton ha salvato il salvabile e ha spiegato “al volo” al suo ingegnere quali gomme andavano montate. Durante la gara, ordini di team impartiti sistematicamente in ritardo. Piloti nervosi e sconsolati che non considerano la vettura come un mezzo con del potenziale e che palesemente non si fidano del team (si riascoltino i team radio “accesi” a fine gara). Un Team Principal (Vasseur) che continua a predicare calma e che afferma con inspiegabile serenità concetti esattamente all’opposto di quanto affermato dai piloti: la vettura ha del potenziale ma dobbiamo capire come estrarlo. Ah … il mitico, quasi dimenticato… “Dobbiamo Capire” di Binottiana memoria. Le comunicazioni radio sono tragicomiche, con i piloti che commentano sarcasticamente le decisioni del team e che fanno impallidire il famoso “siete dei jemi” del periodo Ferrarista d Alonso. A Imola sentiremo un “GP2 Engine” da parte di Lewis? Non ci stupiremmo, dovesse accadere.

Ultimo, ma non per importanza, il tema dell’assordante silenzio della leadership della squadra Ferrari. Dopo una intervista quanto meno controversa da parte di Vasseur al termine delle qualifiche, ci si aspettava una analisi più centrata. Invece, a fine gara ci sono voluti interminabili minuti prima che qualcuno si presentasse ai microfoni dei giornalisti italiani. Terribile segno di smarrimento totale, mancanza di direzione, visione, leadership. E non parliamo solo di Vasseur, visto che a Miami era presente anche il CEO Vigna. E quando finalmente il Team Principal si presenta ai microfoni, egli riesce ad affermare che “il nostro passo non era così diverso da Mercedes e Red Bull”. La SF-25 è palesemente una vettura con uno sweet spot piccolissimo, sempre detto che abbia davvero una finestra di operatività ottimale. Ferrari ha rischiato, costruendo una vettura molto diversa dalla precedente. L’ha fatto senza una guida tecnica reale, con un direttore tecnico in uscita e che comunque non è mai stato in grado di realizzare una vettura all’altezza dei rivali, e con un team di ingegneri che da anni non riesce a risolvere il puzzle tecnico di queste vetture ad effetto suolo. E il rischio non sta pagando. Forse più focus e INVESTIMENTI nel costruire un team vincente e meno focus e INVESTIMENTI in livree speciali, merchandising e fashion brand potrebbe aiutare a migliorare la situazione.

Tra due settimane si corre a Imola, a pochi chilometri da Maranello. Con che feeling si presenterà il team? E con che mood si presenteranno i piloti? Ma soprattutto..  come reagiranno i tifosi dopo questa clamorosa figuraccia? La situazione è onestamente disperata.

Di seguito i risultato o del GP Miami F1, sesta gara del Mondiale 2025:

1. Piastri (Aus/McLaren-Mercedes)

2. Norris (GB/McLaren-Mercedes) a 4"630

3. Russell (GB/Mercedes) a 37"644

4. Verstappen (Ola/Red Bull-Honda) a 39"956

5. Albon (Tha/Williams-Mercedes) a 48"067

6. Antonelli (Ita/Mercedes) a 55"502

7. Leclerc (Mon/Ferrari) a 57"036

8. Hamilton (GB/Ferrari) a 1'00"186

9. Sainz (Spa/Williams-Mercedes) a 1'00"577

10. Tsunoda (Giap/Red Bull-Honda) a 1'14"434

Lorenzo Pisani, Loris Sironi, Stefano Sandrini

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