Schermaglie in Consiglio provinciale. La seduta di venerdì sera si sarebbe dovuta aprire con la comunicazione del presidente Marco Magrini relativa al conferimento delle deleghe ai consiglieri.
Un passaggio che, seppur formale, destava curiosità alla luce della scelta del leghista Alberto Barcaro di accettare la delega alla Protezione civile, nonostante il parere contrario del suo partito. O ex partito, stando a quanto trapela dalla segreteria provinciale.
Invece il primo colpo di scena è arrivato al momento dell’appello. Dopo la conta, infatti, il centrodestra ha abbandonato la sala consiliare di Villa Recalcati. «Ci allontaniamo dall’aula perché la maggioranza non è in grado di garantire il numero legale», ha affermato il capogruppo leghista Sergio Ghiringhelli prima di lasciare il suo posto seguito dai colleghi.
Un passo falso che non ha avuto particolari conseguenze. Dopo un’interruzione dei lavori, ha infatti fatto il suo ingresso Giuseppina Lanza, inizialmente bloccata nel traffico varesino, e la seduta è ripresa.
Con una coda polemica per quanto accaduto: «Il numero legale c’è grazie alla maggioranza – ha osservato Carmelo Lauricella (Civici e Democratici) –. In passato noi (inteso il centrosinistra, ndr) lo abbiamo sempre assicurato, perché la Provincia deve funzionare. Evidentemente non abbiamo tutti la stessa sensibilità».
«Non è assolutamente vero, la precedente maggioranza era molto ampia – la replica di Ghiringhelli –. Quando si inaspriscono i rapporti politici, e in alcuni casi personali, si arriva a questo punto. Tutti noi vogliamo far funzionare l’ente, ma abbiamo un’idea diversa su come garantire i servizi. Tra l’altro, ho imparato a far mancare il numero legale dal Pd a Varese».
Prima di procedere con i lavori, Marco Colombo (Fratelli d’Italia) è intervenuto sul mancato patrocinio di Villa Recalcati al Pride di Varese, una vicenda che ha suscitato la protesta di Arcigay e creato qualche difficoltà alla maggioranza, con il Pd che ha espresso pubblicamente la propria posizione, diversa da quella del presidente che sostengono. Colombo, invece, lo ha ringraziato: «Temevo che la Provincia sarebbe diventata la casa dei comunisti, invece il presidente ha dato spiegazione di come si devono svolgere le manifestazioni in Provincia di Varese. Da uomo di destra».
«Questo lo dici tu – la risposta immediata di Magrini –. Io sono un civico e seguo lo statuto. La Provincia affronterà i temi della diversità con senso di responsabilità».
«Il presidente si dichiara civico, ma un anno e mezzo fa si definiva uomo di centrodestra – ha osservato Ghiringhelli –. C’è chi dice che solamente i cretini non cambiano idea di fronte a fatti nuovi. Ma cambiarla spesso, magari, è esagerato».
La seduta è poi iniziata davvero, con la comunicazione sulle deleghe, che a quel punto è filata lisca, e la presentazione delle linee programmatiche da parte del presidente.