«Ringrazio tutti voi per essere qui davanti al Monumento Memoriale del disastro aereo del 26 giugno 1959. Dopo due anni ci ritroviamo. Due anni senza poter svolgere la cerimonia pubblica e un anno senza effettuare il progetto didattico dei ragazzi delle scuole medie dell’Istituto Beato Contardo Ferrini che ringrazio vivamente: tutti, insegnanti ed alunni».
Così ha esordito domenica il vicesindaco di Olgiate Paolo Maccabei alla commemorazione delle vittime: «Un ringraziamento particolare va a tutti gli studenti delle classi terze che nelle dodici edizioni passate hanno partecipato in tantissimi: oltre 1.200 ragazzi sono infatti stati coinvolti dagli organizzatori per mantenere viva la memoria. Il mio affettuoso saluto va anche ai famigliari delle vittime, molti presenti nelle commemorazioni del passato ed anche oggi qui con noi. Sono stati due anni difficili di pandemia nei quali i cittadini olgiatesi hanno dimostrato una caratteristica fondamentale: la generosità, l’altruismo e un grande cuore nell’aiutare il prossimo in difficoltà. E di questo, io Vice Sindaco ed in questo momento rappresentante della nostra comunità, sono estremamente orgoglioso oltre che sentimentalmente commosso».
Un grande cuore - ha ricordato - Un grande cuore che i nostri padri hanno dimostrato di avere nelle ore tragiche della tragedia del 26 giugno del 1959. Tutti si attivarono per dare una mano, per contribuire alle operazioni di soccorso che in realtà furono operazioni drammatiche di ricomposizione dei poveri resti delle vittime. In modo particolare vorrei ricordare il nostro concittadino Giuseppe Cerana e il vergiatese Antonio Monti, testimoni oculari del disastro aereo che presero parte alle operazioni di soccorso e che hanno lasciato la vita terrena circa due anni fa».
Cosa accadde allora, è stato ricostruito: «Alle 17.33 del 26 giugno di 63 anni fa, durante un forte temporale sui cieli di Olgiate, uno dei più moderni aerei dell’epoca, il Lockheed Super Constellation della compagnia Americana TWA, venne colpito da un fulmine che fece incendiare i vapori del carburante fuoriusciti dai serbatoi. Questo emerge dalla commissione di inchiesta che venne incaricata di scoprire le cause. Un evento fatale quanto raro. Lo schianto terribile dei resti dell’aereo portò alla morte 70 vittime, definite dal dottor Alberto Colombo “Immortali” nel suo libro dedicato alla sciagura di Olgiate».
Infine: «Proprio queste commemorazioni rendono immortale l’evento e soprattutto le persone che persero la vita qui ad Olgiate Olona, diretti verso lo scalo di Parigi e poi oltre oceano a Chicago negli stati Uniti. Vittime che rimangono immortali anche grazie al lavoro degli organizzatori della commemorazione, alle Amministrazioni che si sono succedute nelle 12 edizioni, ai ragazzi delle scuole medie con le loro riflessioni e i loro elaborati. Vittime, nomi, anime che hanno interrotto qui 63 anni fa la loro vita e che hanno lasciato i loro cari: figli, mogli, fratelli, sorelle. Uomini e donne che non hanno potuto compiere il loro percorso di vita, che non hanno potuto fare i nonni o diventare padri o madri. E noi siamo qui a ricordarli perché è un nostro dovere istituzionale ma anche morale. Le loro vite, spezzate tragicamente 63 anni fa, saranno proprio, per la generosità e la fede del popolo olgiatese, immortali».