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Economia | 22 dicembre 2018, 09:38

Gli inni più emozionanti della Serie A

Forse la Serie A non sarà più il campionato di calcio più bello al mondo come lo era negli anni ’90, con le 7 sorelle pronte a duellare per la conquista del tricolore, eppure ha ancora il suo fascino.

Gli inni più emozionanti della Serie A

Quando le note musicali caricano più di un’occasione da goal

Forse la Serie A non sarà più il campionato di calcio più bello al mondo come lo era negli anni ’90, con le 7 sorelle pronte a duellare per la conquista del tricolore, eppure ha ancora il suo fascino. In particolare ciò che più affascina sono gli inni che accompagnano l’ingresso delle squadre in campo. Chiaramente non tutti, perché alcuni sono veramente belli mentre altri sarebbero da rivedere. In quest’ultima categoria rientra il nuovo inno dell’Inter, "I M INTER (Yes I M)", che nonostante le discrete sonorità non è in grado di raggiungere il cuore dei tifosi come quando al suo posto c’era “Pazza Inter Amala”. Senza offesa per Max Pezzali e Claudio Cecchetto, autori del testo che ogni domenica viene cantato allo stadio, ma il loro non è un capolavoro. Noi per fortuna in questa sede parleremo invece di capolavori, come l’inno della Roma.

“Roma Roma Roma” di Antonello Venditti

Passano gli anni eppure ogni volta che l’Olimpico intona “Roma Roma Roma” di Antonello Venditti vengono sempre i brividi. Questa cosa accade perché le parole di questa canzone descrivono nei minimi particolari la realtà romana toccandola nel profondo. Più che un inno quello del cantautore romano è un racconto di appartenenza che fa bene alla squadra, che ogni volta ritrova gli stimoli giusti per dare il massimo, e alla tifoseria, che metaforicamente si unisce in un grande abbraccio destinato ai suoi beniamini. 

“Storia Di Un Grande Amore”

Subito dopo quello della Roma, c’è l’inno Juve, “Storia Di Un Grande Amore”, a emozionare tifosi e amanti del calcio. Questo perché le sue parole sono in grado di compattare; proprio quello che serve alla formazione di Allegri per provare a vincere lo scudetto. Che non passa solamente dalla bravura dei singoli, ma anche dallo spirito di squadra che viene stimolato da questo inno. Decisamente più orecchiabile rispetto a “Sempre Juve”, che dura lo spazio di 6 anni, dal 1992 al 1998, e del successivo “Grande Juve, bella Signora”, prodotto dalla casa discografica Fonit Cetra, probabilmente un giorno diverrà importante tanto quanto Roma Roma Roma.

“Napule è" di Pino Daniele

“Napule è" di Pino Daniele per qualche anno è stato l’inno ufficiale del Napoli. Al di là delle motivazioni per cui si è deciso di utilizzare questa canzone-poesia per accompagnare l’ingresso in campo degli azzurri, ciò che più piace di “Napule è” è la sua capacità di far sentire napoletano anche chi napoletano non è. Le parole e la tonalità vocali del rimpianto cantautore fanno la differenza nel far capire quanto sia importante e bello far parte del popolo partenopeo. È un peccato che De Laurentiis abbia deciso di voltare pagina proponendo al suo posto altri testi come "Napule mia”, composto da Claudio Mattone, autore di tante hit musicali fin dagli anni '60, che quest’anno i tifosi sentiranno allo stadio prima del fischio d’inizio di ogni partita. Perché quando un inno come “Napule è” è capace di entrare nel profondo si decide di sostituirlo? Forse per una questione di marketing? Va bene che il calcio è sempre più una questione di marketing e di risultati, ma ogni tanto dovrebbe prevalere anche il suo lato romantico.

 

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