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Busto Arsizio | 21 luglio 2025, 09:00

L'ex carcere e il sortilegio spezzato: così un immobile "condannato" è riuscito a rinascere

Nei meandri dei progetti legati al Pnrr c'è anche una buona notizia nel cuore di Busto. Transitato di bilancio in bilancio negli ultimi trent'anni, ora l'antica struttura diventa un simbolo di speranza e futuro

L'ex carcere e il sortilegio spezzato: così un immobile "condannato" è riuscito a rinascere

Pochi anni fa non ci avrebbe scommesso nessuno, anche se non era lecito confessarlo: di solito, un progetto che transita malinconicamente di bilancio in bilancio - leggi anche "libro dei sogni" - è destinato alla scomparsa. E l'ex carcere di via Borroni a Busto Arsizio ha continuato questo viaggio da oltre trent'anni, senza mai intravedere una meta realizzabile. 

Dalla condanna alla rinascita, però, il passo è stato se non breve, sorprendente. Il combustibile è il Pnrr, ma - come ci hanno insegnato i recenti sviluppi - non è di per sé una bacchetta magica. Basti pensare che la riqualifica dell'ex carcere asburgico iniziò nel novembre del 2023 (LEGGI QUI), quando si annunciava un bel pacchetto di oltre 15 milioni che comprendeva anche il conventino e l'ex Borri. Progetti, questi ultimi, che hanno mostrato il loro carico, pur diverso, di problemi. 

Oggi le ultime determine a Palazzo Gilardoni si stanno occupando degli arredi o della fornitura e posa in opera di
apparecchiature illuminanti nell'area esterna a seguito del restauro dell'ex carcere.

In quello che appare spesso il labirinto del Pnrr, ecco dunque una buona notizia, da più punti di vista. 

Un motivo è senz'altro rappresentato dalla destinazione, perché permette di completare un mosaico, quello del Palazzo Marliani Cicogna e della biblioteca, garantendo spazi ulteriori a quest'ultima. Il complesso della cosiddetta "piazza della Giustizia" ora è nel segno della cultura.

L'altro è il connubio tra nuovo e antico. Le antiche carceri risalgono a metà Ottocento e sono oggetto di interesse storico, come ha avuto modo di raccontare l'architetto Rolando Pizzoli, impegnato nel team insieme a Davide Tortorelli e Roberto Mascazzini. Quelle pareti parlano di un passato lontano, ma non solo, visto che poco più di 40 anni fa fa le celle ancora ospitavano detenuti, prima che tutto si spostasse in via Cassano. A questo proposito, va menzionato anche un significativo documentario, "Il presente del passato", presentato al Baff due anni fa, che ripercorre questo ponte (LEGGI QUI).

La fisionomia originaria si unisce alle esigenze attuali, come l'ascensore e i parcheggi, e lo sguardo dei bustocchi in centro viene appagato da ciò che sta emergendo. Da specchio del degrado a simbolo di futuro.

La terza ragione riporta all'inizio del ragionamento: quando ci sono, oltre le risorse, la volontà politica, ma anche la determinazione, l'interesse mostrato dalla comunità, non c'è "sortilegio" che non possa essere spezzato. 

Ma. Lu.

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