È ripartita la discussione interna alla maggioranza sul Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile. Documento che, di fatto, era stato “bocciato” dai partiti di centrodestra oltre un anno fa.
Da allora l’assessore alla partita è cambiato: dopo il rimpasto, la delega che era stata di Salvatore Loschiavo – per il quale il Pums aveva rappresentato un progetto centrale del proprio lavoro in giunta – è passata a Matteo Sabba. È lui, insieme al consigliere delegato alla Viabilità Alex Gorletta, a guidare la ripresa dell’iter che porterà all’approvazione del piano.
Sì, perché – un anno più tardi – l’intenzione è quella di adottare il Pums, documento non obbligatorio per una città con meno di 100mila abitanti come Busto Arsizio.
I tempi, però, non sono ancora maturi. Ieri sera, nella sede della Lega, c’è stata una nuova riunione di maggioranza. Passi avanti, ma nessuna decisione definitiva sul piano, più “flessibile” e con meno vincoli rispetto alla bozza iniziale.
Tra le novità più evidenti ci sarebbe una riduzione della Ztl rispetto a quella inizialmente prevista. Ma i partiti – Fratelli d’Italia in primis – si attendono ancora qualche modifica su piste ciclabili (non ce ne saranno di nuove, ma verranno “congiunte” quelle che ancora non lo sono, con la richiesta di non andare a eliminare dei parcheggi) e zone 30.
E poi c’è il tema dell’investimento economico. C’è la volontà di capire se la cifra di oltre 7 milioni di euro potrà essere rivista al ribasso alla luce di una riduzione degli interventi previsti. Si è anche discusso della possibilità di non indicare questa somma nel documento, trattandosi di costi ritenuti almeno in parte “ipotetici”.
Il sindaco Emanuele Antonelli e l’assessore Sabba ne parleranno oggi con gli estensori del piano.
Una volta chiariti alcuni aspetti tecnici ed effettuate ulteriori limature, il Pums approderà in giunta per la prima approvazione. E, da quanto trapela, potrebbe arrivare in Consiglio comunale a ottobre.
Intano, nei giorni scorsi, a tornare in un certo senso a occuparsi del Pums era stato l’ex assessore Loschiavo. Il quale aveva imputato alla maggioranza di aver perso 9 milioni di euro di finanziamenti per il progetto di riqualificazione della piazza della stazione Fs e di via Mameli. Loschiavo ha evidenziato che, se il Pums fosse stato approvato, il progetto di Busto avrebbe ottenuto punti in più sufficienti per ottenere il finanziamento regionale. «Il Pums c’era, ma non è mai stato approvato – ha scritto su Facebook –. Il motivo? Per alcuni partiti della maggioranza era “troppo di sinistra”. Scelte ideologiche. Conseguenze reali. 9 milioni di euro buttati via».
Sulla vicenda era poi intervenuto il segretario provinciale di Azione, il bustocco Franco Binaghi: «Un’occasione straordinaria di sviluppo e riqualificazione urbana – in particolare del piazzale della stazione Fs e di via Mameli – è stata deliberatamente sacrificata per meri motivi ideologici – aveva scritto in una nota –. La bozza del Pums era stata protocollata da mesi, ma la maggioranza ha scelto di non approvarla, denunciandone il contenuto “troppo di sinistra”. Una scelta tanto grave quanto miope, che evidenzia l’assenza di una visione chiara e concreta per la città». Per la maggioranza, invece, questi mesi sono stati utili per arrivare a un progetto condiviso e, a differenza di quello presentato lo scorso anno, "votabile".
Sulla vicenda ci si attende che torni a farsi sentire anche l’opposizione che siede in Consiglio comunale. Nel 2024, Pd e Progetto in Comune avevano chiesto di approfondire la bozza del piano in commissione, finendo però col rimbalzare contro il muro di gomma eretto dalla maggioranza.