I miei primi cinquant'anni, e non solo: è un po' questo il sunto di “Cucina bustocca, quasi una storia”, il volume scritto da Angelo Grampa che sarà presentato domani, sabato 17 maggio, alle 18 nella sala Tramogge dei Molini Marzoli. Insieme alla giornalista enogastrobustocca Anna Prandoni, l'autore racconterà la genesi di questo libro. Non solo un libro di ricette, spesso perdute, della tradizione cittadina, ma anche e soprattutto uno spaccato del tessuto socioculturale da cui sono poi nati piatti e usanze dei bustocchi che furono. Insomma, noi siamo quello che... mangiavano.
I cinquanta anni del Magistero dei Bruscitti di Busto Grande sono l'occasione giusta per dare un'eredità importante alla città. Tramandare ricette non vuol dire dare gli strumenti e le indicazioni a chi vuole provarle replicarle, o almeno non solo: gli ingredienti, le preparazioni, in questo caso sono un rimando alla storia di Busto, lo spunto per “fotografare” la situazione della città in un'epoca che non possiamo nemmeno immaginare.
La confraternita nacque nel 1975 proprio per salvare dall'estinzione il piatto per eccellenza della nostra città: «I primi cinquant’anni del Magistero dei Bruscitti di Busto Grande – spiega il maestro Edoardo Toia - sono un traguardo importante, una data da festeggiare, un momento di ricordo di quello che è stato, dei Maestri che si sono succeduti, dei Confratelli che per cinquant’anni hanno partecipato, creduto, e portato avanti le tradizioni della cucina bustocca, la storia della città, con uno smisurato amore verso Busto Arsizio».
Il libro nacque un paio di anni fa da un'idea di Angelo Grampa, figlio del fondatore Bruno Grampa: «Quando mi ha spiegato che avrebbe voluto creare un libro che, partendo dalle ricette della cucina bustocca, attraversasse la storia della nostra città – prosegue Toia - , illustrasse i suoi monumenti, ricordasse le sue tradizioni, esplorasse i ricordi della sua vita, ho subito accettato con entusiasmo di realizzare questo progetto per la nostra più importante ricorrenza».
Bruscitti, casoela, la rustisciana e il risotto con la luganega. Ma il libro permette anche di scoprire piatti ormai dimenticati, delle storie di uomini e di donne meravigliose, degli angoli suggestivi e dimenticati, Il risultato finale è quindi un libro che racconta di cucina, di storia, di cultura, di arte e di tradizioni. Un libro che emoziona il lettore e evoca ricordi un tempo passato.