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Politica | 29 aprile 2025, 17:35

Sicurezza a Busto, Farioli: «Basta parole, polemiche e confusione: la ricreazione è finita»

Il consigliere comunale ed ex sindaco Gigi Farioli rompe il silenzio e chiede chiarezza all’amministrazione comunale. Nel mirino, la gestione delle recenti iniziative cittadine e il caos generato dalle reazioni sui social e sulla stampa. «Serve senso di responsabilità condiviso»

Sicurezza a Busto, Farioli: «Basta parole, polemiche e confusione: la ricreazione è finita»

Dal consigliere comunale di Busto Gigi Farioli - capogruppo di Popolo, Riforme e Libertà - riceviamo e pubblichiamo.

«Prendo carta e penna – sì, sono inguaribilmente vintage – spinto da una sincera perplessità, ma soprattutto da una crescente preoccupazione per la piega che sta prendendo, negli ultimi giorni, la “incomprensibile” (?) querelle a mezzo stampa, fatta di dichiarazioni, comunicati, invettive e scontri social, legata alle iniziative promosse – o da promuovere – in città per garantire ai nostri concittadini sicurezza e liberarli dalla “paura” sempre più avvertita da donne e uomini, giovani e anziani, fragili e non.

Il tema, come è noto e come è stato sottolineato nei confronti più seri svolti a commissioni riunite, è delicato, complesso, e presenta mille sfaccettature. Proprio per questo necessita di un approccio serio, strutturato su più livelli e guidato da figure competenti, esperte e istituzionalmente preposte, evitando soluzioni estemporanee, dettate dall’istinto o dall’emotività.

Finora ho preferito mantenere il più assoluto riserbo, non intervenendo pubblicamente, anche in attesa di una convocazione in merito a un’interrogazione da me presentata prima delle festività e dell’ultimo Consiglio comunale. Ero, inoltre, convinto che le parole del Sindaco, pronunciate più volte in aula, fossero sufficienti a richiamare tutti alla responsabilità, evitando chiacchiere in libertà e lasciando alle forze dell’ordine e al Prefetto il compito prioritario di intervenire – anche per scongiurare il rischio di pericolosi effetti di simulazione.

È sicuramente positivo che l’Amministrazione abbia accolto la reazione spontanea di famiglie ed enti del Terzo Settore con l’iniziativa “Non sono indifferente!”. Ed è altrettanto lodevole la disponibilità, in buona fede, di cittadine e cittadini a collaborare con le istituzioni. Tuttavia, proprio perché l’ordine pubblico è prerogativa esclusiva dello Stato, la piega presa dal dibattito pubblico è assai preoccupante. Si è infatti innescata una polemica, a tratti confusa e priva di chiarezza sui ruoli e sulle competenze, che ha generato disorientamento tra molti cittadini (anche se, per fortuna, ad altrettanti o più, il clamore è passato inosservato, complice anche le festività e i “ponti” che hanno impegnato molte famiglie).

Nel giro di poco più di 72 ore, si sono succeduti: la generosa proposta di un cittadino, ex appartenente alla polizia penitenziaria, di accompagnare i pendolari; il riscontro positivo dell’assessore alla sicurezza; l’intervento sui social di un altro “generoso” volontario, presentatosi – ahimè – mascherato in modo discutibile; il comunicato chiaro e fermo del gruppo Fratelli d’Italia, che ha ribadito il rifiuto verso iniziative che, anche se in buona fede, possono minare il principio del monopolio statale in materia di giustizia e sicurezza; la replica “ironica” dell’assessore alla sicurezza, che ha confermato l’intenzione di proseguire con gli incontri previsti, accostando Fratelli d’Italia al Partito Democratico; l’immediata risposta piccata di Fratelli d’Italia, che ha ribadito i propri principi, ritenuto inaccettabile l’attacco ricevuto e richiesto un incontro urgente con il Sindaco per chiarire ruoli, rapporti e scelte politiche e amministrative; l’annuncio, infine, da parte dello stesso assessore, di un incontro positivo con il proponente, dal quale è emersa un’iniziativa concreta.

Nel frattempo, si parla anche di chat interne in fibrillazione. Non avendone diretta conoscenza, mi limito a riferire quanto riportato dalla stampa.

Credo – e lo ribadisco ancora una volta – che il tema della sicurezza sia troppo serio per essere oggetto di divisioni, improvvisazioni e scontri pubblici. Serve senso di responsabilità condiviso. Chi ricopre un ruolo istituzionale o amministrativo, prima ancora di esercitare un diritto di parola o di iniziativa, ha il dovere di agire con rigore, nel rispetto della fiducia conferitagli dai cittadini.

Mi auguro sinceramente che le incomprensioni, le polemiche e i distinguo siano già stati chiariti. Ma chiedo ora chiarezza – in modo ufficiale – al Sindaco o a chi vorrà delegare, per comunicare pubblicamente lo stato dell’arte e la posizione dell’Amministrazione comunale di Busto Arsizio, possibilmente a nome dell’intera giunta e della maggioranza.

Nel frattempo, mi auguro che anche nella chat sia stato fatto ordine. Se così fosse, almeno un risultato sarebbe stato raggiunto. Ma oggi, più che mai, chiarezza e trasparenza le meritano anche quei cittadini che, con fiducia, si rivolgono a noi e che – come me – sono sconcertati. O forse, più di me. Ribadisco, infine, la mia massima disponibilità a collaborare e ad approfondire ogni proposta utile, senza alcun pregiudizio».

Gigi Farioli, Consigliere comunale.

Redazione

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