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Busto Arsizio | 25 aprile 2025, 09:10

Sicurezza, FdI chiede una riunione urgente al sindaco. A Sabba: «Sfottò non sono accettabili»

La replica alle parole dell’assessore che li aveva “paragonati” al Pd. Il capogruppo Geminiani: «L’alleanza prevede che ci sia un rapporto di fiducia, lealtà, rispetto. Questo lo pretendiamo. E sulla sicurezza non si scherza»

La sala consiliare e, nel riquadro, Paolo Geminiani

La sala consiliare e, nel riquadro, Paolo Geminiani

Non potevano rimanere senza replica le parole dell’assessore alla Sicurezza Matteo Sabba. Il quale, dopo aver letto la nota di Fratelli d’Italia sulle iniziative spontanee di alcuni cittadini in fatto di sicurezza, aveva detto: «Pensavo fosse un comunicato del Pd. Sembra scritto da FdI, Federazione Democratica Italiana».
Un’ironia che non è piaciuta agli alleati meloniani, che ora chiedono un «incontro urgente» al sindaco Emanuele Antonelli (a sua volta esponente di FdI) sul tema della sicurezza. Potrà anche essere l’occasione per un chiarimento con Sabba: «Non accettiamo di essere derisi o gli sfottò sul nostro partito», dice il capogruppo Paolo Geminiani.

Le perplessità

Geminiani parla a nome del gruppo consiliare: «Chiederemo al sindaco una riunione urgente sul tema della sicurezza». FdI lo farà «alla luce di questa novità, della possibilità di demandare a gruppi di privati la sicurezza fuori dalle stazioni. Secondo noi è una cosa che va ponderata molto bene e continuiamo a dire che la sicurezza deve essere demandata esclusivamente alle forze dell’ordine, che si avvalgono di personale qualificato, preparato e con i poteri per garantirla».

L’assessore Sabba ha spiegato che l’iniziativa, a cui guarda con interesse, proposta dall’ex agente di polizia penitenziaria Massimo Germino (che incontrerà la prossima settimana) non sarebbe una scorta: «Parliamo solo di volontari che accompagnano altre persone dalla stazione alla propria auto. Un gesto cavalleresco».
Aggiungendo una frecciata ironica come risposta a quella che ha definito una «posizione incomprensibile» di Fratelli d’Italia: «Sembra il Pd».

La replica

Geminiani, anche a nome dei colleghi che lo affiancano in assise, spiega che «non ci è piaciuta la reazione di Sabba alle nostre parole, che esprimevano il nostro pensiero, ovviamente con un’apertura a discuterne». Condannando «questo tono di sfottò».
«La sicurezza non è un tema su cui si può ridere o fare battute – prosegue –. Certo, qui non siamo nel Bronx, Busto non è una città più insicura delle altre. Ma il tema va affrontato e non riguarda solo l’assessore alla Sicurezza, ma tutti. Noi siamo alleati, siamo le forze di maggioranza. Fino a oggi, e continueremo a farlo, abbiamo sempre instaurato un clima di lealtà e collaborazione. Cosa che non vorremmo venisse a mancare semplicemente perché si hanno delle visioni diverse, anche perché il nostro intento è quello di trovare una quadra».

Ancora: «L’alleanza prevede che ci sia un rapporto di fiducia, lealtà, rispetto. Questo noi lo pretendiamo e non deroghiamo neanche su questo. Sul tema sicurezza non accettiamo scherzi».

«Tornare a un rapporto collaborativo»

A questo punto c’è bisogno di un chiarimento con Sabba? «Sicuramente non accettiamo di essere derisi o gli sfottò sul nostro partito. Questo non è ammissibile – ribadisce Geminiani –. Siamo alleati, sosteniamo l’assessore, non crediamo di meritare gli sfottò sui giornali».

Forse lo stesso Sabba aveva letto come una critica al proprio operato l’intervento di FdI contrario all’iniziativa sulla sicurezza in stazione “sposata” invece dall’assessore: «Non è così – sostiene il capogruppo –, noi abbiamo detto che siamo molto scettici, precisando però che è giusto ascoltare i cittadini, ma senza scaricare la responsabilità su di loro. Non possono essere loro a risolvere il problema. Non vogliamo perdere tempo con scaramucce su un argomento così importante, per noi e per i cittadini».

Il tema della fiducia all’assessore «non è sul tavolo». Ma Fratelli d’Italia vuole «tornare a un rapporto collaborativo di stima reciproca. Se l’assessore fa qualcosa con cui non siamo d’accordo, noi certo non gli diciamo che è diventato di Rifondazione Comunista».

Riccardo Canetta

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