«Comandante, le multe vanno fatte». È l’esortazione che il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Massimo Rogora ha rivolto al comandante della Polizia locale di Busto Stefano Lanna.
L’occasione è stata la relazione da parte della giunta del Documento Unico di Programmazione 2026/2028 avvenuta martedì sera in commissione Bilancio.
Ancora una volta, Rogora – già particolarmente “vivace” durante la discussione sul caso dei contributi previdenziali dell’ex assessore Maurizio Artusa – è stato il protagonista della seduta. Come già avvenuto in passato, l’esponente di FdI ha scelto di prendere la parola dopo ciascun intervento degli assessori, che hanno fatto il punto sul proprio lavoro.
Dimostrandosi più puntiglioso rispetto ai colleghi di opposizione: nelle «pillole di Max», come le ha definite scherzando il presidente di commissione Simone Orsi, non sono mancate osservazione e anche qualche bacchettata.
E, al termine della relazione dell’assessore alla Sicurezza Matteo Sabba, ruolo da lui ricoperto nella prima amministrazione a guida Antonelli, Rogora si è dimostrato critico a proposito delle sanzioni della della Polizia locale.
«500mila euro in multe – ha osservato –. Continuiamo a scendere, arriveremo a zero». Quindi l’appello al comandante Lanna: «Le multe vanno fatte. Non perché vogliamo essere cattivi. Al mercato venite sempre (Rogora è ambulante, ndr). Il disco orario serve a far girare i parcheggi, così i commercianti sono contenti e soprattutto si inizia a fare entrare qualcosa. Altrimenti facciamo i parcheggi a pagamento».
Per quanto riguarda la sicurezza («le multe servono anche a quello»), l’ex assessore è tornato sul tema dei semafori “intelligenti” in viale Boccaccio. Installati quando lui sedeva in giunta: «Io non li volevo, volevo una bella rotatoria ma purtroppo i "geni" di Agesp hanno detto che non si poteva fare».
Il problema, per Rogora, riguarda «tutte le macchine che sfrecciano sulla corsia di svolta. Mettete una pattuglia tutto il giorno e si tornerà a incassare. Non per essere cattivo, ma perché non è possibile che si comportino così per superare la coda e nessuno dica niente».