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Busto Arsizio | 11 novembre 2024, 10:25

Nel rione che ingrigisce a Busto, la scommessa dei colori

Andrea Crespi ha avviato “Colorama” a Sacconago, in locali che hanno ospitato un’altra attività per decenni. «Sono qui da poco, per restare a lungo». In un quartiere che fatica, l’apprezzamento, quasi il sollievo, di commercianti e residenti

Andrea e Gianluigi Crespi negli spazi del colorificio Colorama

Andrea e Gianluigi Crespi negli spazi del colorificio Colorama

«Da quando ho iniziato qui, tre mesi fa, non conto le volte che i titolari di altre attività nella zona, o residenti, incontrandomi mi hanno detto: meno male che hai aperto a Sacconago. C’era bisogno di qualcosa di nuovo». Andrea Crespi, 36 anni, nel rione di Busto ha installato “Colorama colorificio”. Ha tagliato un traguardo al termine di una lunga marcia, fatta di formazione ed esperienza sul campo, iniziando al contempo un nuovo percorso. Dopo qualche settimana di assestamento, fatta una prima valutazione sul “giro” che ha iniziato a muoversi, si guarda intorno e comprende perché il suo approdo in via Madonna in Campagna sia accolto con tanto favore, quasi con sollievo.

«Da certi punti di vista, questo è un rione che soffre. Lo conosco da sempre, vivo a poca distanza, a Sant’Edoardo. Se guardo a pochi metri dalle mie vetrine, trovo diverse attività ma, altrove, le saracinesche abbassate ci sono, eccome». Basta fare qualche passo e prendere un caffè al bar per trovare pareri concordi, con la chiusura delle filiali bancarie segnalate come sintomo di desertificazione. Dentro al colorificio, il socio e papà di Andrea, il sinaghino Gianluigi, parla con tono pacato ma senza esitazione. E propone: «Facciamo un giro dalle parti della chiesa vecchia. C’è chi resiste, lo vediamo, ma un tempo là c’era ben altro movimento».

«Sono felice che il mio arrivo sia stato preso così positivamente – riprende Andrea – per me “Colorama” è una meta inseguita a lungo. Non sono in affitto, i locali li ho comprati. Qui c’era un’attività, nel ramo bagni/sanitari, durata decenni. E io non voglio essere un fuoco di paglia, il progetto è restare a lungo».

On line è facile farsi un’idea dei servizi e degli articoli offerti: decorativi murali, carte da parati, smalti e pitture, cornici, prodotti professionali per pulizie e manutenzioni… Come arriva a tutto questo un diplomato in Ragioneria? «Ho tentato la strada dell’Università – ripercorre Andrea mentre compila una bolla – ma l’ho interrotta. Ho lavorato in un grande centro commerciale, in seguito in un colorificio. Una realtà tradizionale, il classico negozio. È stato un periodo prezioso. Poi in un paio di gruppi, anche come responsabile di punto vendita. A un certo punto mi sono detto: hai la preparazione necessaria, fai quello che desideri. E quello che desideravo era avere un’attività tutta mia. Va detto che se non avessi maturato esperienza come cantierista, oltre che nella vendita pura e semplice, forse non avrei fatto il passo di mettermi in proprio. Alcuni dei clienti che oggi si servono da me, dal privato che deve eseguire un piccolo lavoro all’architetto, li conoscevo da prima».

I clienti si vedono, fanno capolino, la conversazione prosegue a singhiozzo tra ingressi e telefonate. «Credo – prosegue Andrea – che la differenza tra un’attività come la mia e i servizi di una grande catena stia nel metterci la faccia. Mi prendo il tempo necessario per capire bene le esigenze di chi viene qui, ci parliamo. Poi, ripeto, c’è la preparazione maturata nei cantieri. Servono anni per capire bene come muoversi e avere il giusto colpo d’occhio. Ho avviato delle collaborazioni che spero durino. Anche se tipicamente le attività come la mia flettono nei mesi invernali, mi pare che il motore sia avviato».

Tutto a meraviglia, quindi? O qualcosa potrebbe andare meglio? «Se guardo alla zona, che apprezzo al punto di averci scommesso, mi dispiace vedere che è un po’ trascurata… Un esempio? Capita che salti la corrente, nel circondario, specie quando piove molto. E non è detto che tutto si risolva in un attimo. Altrove non mi capitava. Un piccolo segno di come alcune aree, anche inaspettatamente, non godano degli stessi trattamenti riservati ad altre. Poi mi misuro con piccole grandi delusioni personali. Gente che non paga: per quanto i clienti puntuali siano i più, succede di imbattersi in quelli in malafede. Ti rendi conto che non hanno mai avuto intenzione di sborsare un centesimo, per materiali o consulenze. Naturalmente a posteriori. E dire che di esperienza, dietro al bancone, ne ho».

Prevale, però, la voglia di fare e di farsi conoscere, di andare fino in fondo, di inseguire una passione. Quella per i colori. Lo spirito? Ben espresso dai versi di Cesare Pavese, riportati nel sito di Colorama, come un manifesto: «…ogni nuovo mattino / uscirò per le strade cercando i colori».

Stefano Tosi

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