Il dottor Paolo Gabriele Conserva, ginecologo all’Istituto Clinico San Carlo a Busto Arsizio, ha spiegato i disturbi della menopausa tra cui l’osteoporosi, l’atrofia urogenitale, concentrandosi su due dei disturbi di quest’ultima: la secchezza vaginale e il prolasso genitale. Ma ne ha anche illustrato le cure che le persone possono fare autonomamente e quelle che offre l’Istituto Clinico.
Il dottor Conserva ha iniziato spiegando che la menopausa: «È un momento di transizione che implica il passaggio, per ogni donna, dalla vita fertile alla fase non fertile. Le ovaie producono ormoni dalla pubertà fino alla menopausa».
«Le ovaie producono ormoni dalla pubertà fino, appunto, alla menopausa - prosegue - Gli ormoni femminili sono estrogeni e progesterone, che vengono ciclicamente prodotti ogni mese che viene caratterizzato dalla mestruazione, in realtà questa è un epifenomeno: la fine del ciclo ovulatorio, la donna ha ovulato, non è rimasta incinta e quindi circa due settimane dopo l’ovulazione mestruale».
«La menopausa comporta la cessazione di questa ciclica attività di produzione ormonale da parte dell’ovaia», ha continuato il dottore, approfondendo quanto accade al corpo: «Succedono tanti cambiamenti: la caduta improvvisa degli ormoni produce essenzialmente due effetti conseguenti che sono l’osteoporosi e quella che chiamiamo atrofia urogenitale», spiegando cosa sono i problemi, e anche i sintomi, che comportano.
Il dottore si è concentrato anche sulla secchezza vaginale, sintomo dell’atrofia genitale: «È un effetto collaterale della menopausa che spesso non viene giustamente valutato come importante. La donna, purtroppo, nella stragrande maggioranza dei casi si abitua, non ha una situazione di confort personale perché l’avverte quotidianamente ma è un problema che avverte più frequentemente nel rapporto di coppia. Questo comporta qualche disagio, qualche disturbo, fino ad arrivare a veri e propri problemi di coppia».
Ma secondo il dottore, la secchezza vaginale non andrebbe mai trascurata perché «è una delle prime cause di quello che è il cosiddetto prolasso genitale». Quest'ultimo è «una perdita progressiva di tono muscolare» e il medico ha spiegato i motivi per cui accade.
Tra le cure: «Si consiglia di fare ginnastica pelvica, per tonificare la muscolatura. Di idratarsi adeguatamente, che non vuol dire solo bere di più, ma anche di idratarsi localmente con presidi farmaceutici: ci sono dei gel a base di estrogeni o, se non si vogliono usare questi, a base di acido ialuronico».
E poi quelle offerte dall’Istituto Clinico: «Noi in questa sede, possiamo fare qualcosa di più. Abbiamo a disposizione due apparecchiature biomedicali: un’apparecchiatura per la radiofrequenza e una per la carbossiterapia».
Ma cosa sono? «La radiofrequenza è una moderna metodica non invasiva che bio-stimola i tessuti, riattivando i naturali processi riparativi e antinfiammatori, attraverso un effetto diatermico» ha spiegato il dottor Conserva, illustrandone anche il funzionamento.
Per quanto riguarda la carbossiterapia: «Sono delle micro-iniezioni di anidride carbonica a bassa pressione e bassa velocità di flusso. E anche questo ha soprattutto un effetto di biostimolazione della microcircolazione a livello periferico» . Anche qui ne ha illustrato il funzionamento.
Ma non solo questi due trattamenti: «In San Carlo faccio anche degli interventi di chirurgia estetica intima femminile. L’estetica va a toccare più un aspetto funzionale: a volte ci sono delle ipertrofie asimmetriche delle piccole labbra, che sì, possono creare disagio nella donna dal punto di vista della percezione della propria immagine, però essenzialmente quando mi viene richiesto un intervento di labio plastica, è più per problemi di tipo funzionale».
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