In occasione dell’imminente messa in scena dello spettacolo teatrale “Maclodio”, al Teatro Sociale di Busto Arsizio, abbiamo intervistato Daniela Rizzo, autrice della riscrittura e non solo. Il lavoro andrà in scena il 10 marzo, alle ore 21.00, nell’ambito delle celebrazioni del 150esimo della morte di Alessandro Manzoni.
Gentilissima Professoressa Daniela Rizzo, ci può parlare del suo ruolo nell’ambito delle celebrazioni manzoniane che il Teatro Sociale ha organizzato in occasione dei 150 dalla morte dello scrittore?
Mi considero la capocomica, o meglio la coordinatrice, della Compagnia dei Sognattori, che è un laboratorio di teatro del Liceo Daniele Crespi di Busto Arsizio, indirizzato a lavori di impegno civile e a fini didattici. Venerdì sera, il prossimo 10 marzo, metteremo in scena, in occasione del 150˚ della morte di Alessandro Manzoni, di cui tra l’altro ieri, il 7 marzo ricorreva il compleanno, un lavoro, intitolato “Maclodio”, una riscrittura del Conte di Carmagnola di Manzoni, con inserti dal Parlamento di Angelo Beolco, detto il Ruzante. Lo spettacolo andrà in scena alla sera, alle 21.00, ma sarà preceduto al mattino da un convegno dedicato al Conte di Carmagnola, convegno al quale parteciperà anche il pronipote di Manzoni, Gian Ruggero Manzoni e il Professor Bosisio, uno dei massimi esperti delle tragedie manzoniane, letterato e docente di letteratura italiana.
Può darci qualche informazione in più sulla Compagnia dei Sognattori del Liceo Crespi?
I Sognattori sono una compagnia nata lo scorso anno dall’allora 4^ Liceo delle Scienze Umane, quest’anno 5^, che ne costituisce il nucleo fondante e numericamente maggiore, al quale si sono aggiunti studenti di altre classi. Mettiamo in scena vari lavori e in questo caso abbiamo lavorato ad un lavoro importante e impegnativo, cui teniamo moltissimo. I ragazzi della compagnia sono tutti coinvolti, perché ciascuno di loro svolge vari ruoli e lavora a specifici compiti: ci sono gli attori, i tecnici, le costumiste, le scenografe, le truccatrici, la direttrice di scena, l’aiuto regista. Ciascuno ricopre un ruolo diverso ed ha compiti specifici in base all’interesse personale; devo dire che quest’anno la componente femminile è davvero numerosa, per questo ho usato molti femminili (attrici, truccatrici, costumiste…). Venerdì sera tutti i comparti lavoreranno, non solo sulla scena.
Il vostro lavoro cosa intende mettere in risalto?
Seguiamo la linea di Manzoni perché vogliamo parlare del fatto che la gloria umana è effimera, in generale, senza un risvolto religioso, e che il popolo asservito a qualsiasi dittatura deve sempre e comunque ribellarsi. Ovviamente Manzoni, quando affronta il tema del potere nel Conte di Carmagnola così come nell’ Adelchi, non poteva sapere che nel Novecento l’umanità avrebbe conosciuta il terribile dramma delle dittature, ma, come si studia nel quarto anno del liceo, già Vittorio Alfieri si era scagliato contro la tirannide; il tema è lo stesso.
Come mai avete scelto di inserire alcuni personaggi dal Parlamento di Ruzante?
Abbiamo inserito alcuni personaggi del Parlamento, poiché vogliamo dare il punto di vista del popolo, di quello che oggi si chiamerebbe il proletariato, popolo che nella tragedia di Manzoni non ha un grande rilievo e neppure voce.
Qual è il suo specifico apporto in questo spettacolo e lavoro?
Sono la capocomico, svolgo un ruolo di coordinatrice della compagnia; l’opera teatrale Maclodio è stato scritto da me, ovviamente su base manzoniana. Colgo l’occasione per ringraziare la Dirigente del Liceo Daniele Crespi, la dottoressa Maria Cristina Boracchi, alla quale si deve l’iniziativa della celebrazione manzoniana. Ritengo che sia molto importante questo spettacolo, quindi vi invitiamo tutti a vederlo il 10 marzo alle 21.00 al Teatro Sociale di Busto Arsizio, l’ingresso è libero.