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Politica | 05 gennaio 2023, 10:05

Giovani Democratici a congresso. Sfida tra Moffa e Oppedisano

Domenica verrà eletto il nuovo segretario provinciale della giovanile del Pd. Storia, idee e priorità dei due candidati alla successione di Matteo Capriolo

Da sinistra, Michelangelo Moffa e Samuele Oppedisano

Da sinistra, Michelangelo Moffa e Samuele Oppedisano

Domenica il congresso provinciale varesino dei Giovani Democratici eleggerà il successore di Matteo Capriolo, che lascia l’incarico dopo sei anni (leggi qui).
Due gli aspiranti segretari della giovanile del Pd: Michelangelo Moffa e Samuele Oppedisano. Entrambi 24enni, entrambi fino a poco fa alla guida di un circolo cittadino dei Gd – Varese il primo, Somma Lombardo il secondo – e, tra l’altro, entrambi sostenitori di Elly Schlein alle primarie nazionali.

«È la figura giusta per dare una nuova identità al partito, più “radicale”, più di sinistra, più vicina alla gente, recuperando lo spirito originario della sinistra e attualizzandolo al XXI secolo – afferma Moffa –. E credo ci sia bisogno di una leadership femminile dopo tanti segretari uomini».

«Può portare quel rinnovamento che tanto chiediamo all’interno del Partito Democratico – concorda Oppedisano –. Il suo è un volto di rottura che piace anche a chi non è iscritto al partito. Lo noto tra i miei coetanei che non votano Pd».

Michelangelo Moffa: «La politica come vocazione»

Il rapporto con la politica
«Ho avuto interesse per la politica fin da bambino, anche per l’ambiente familiare. Mio padre e mio nonno – che è stato militante del Partito Comunista fin dal dopoguerra – da sempre mi hanno instillato valori di giustizia sociale e amore verso la politica intesa come missione di miglioramento della società.

Alle superiori ho fatto il rappresentante di classe e mi sono candidato come rappresentante d’istituto e a 17 anni mi sono avvicinato ai Giovani Democratici perché l’ex segretario cittadino di Varese Giacomo Fisco aveva contattato me e l’attuale segretario Matteo Capriolo per un caffè. E da quel giorno non mi sono più perso una riunione dei Gd.
Ho avuto diversi ruoli: fino a qualche settimana fa sono stato segretario cittadino dei Giovani Democratici di Varese; sono stato presidente del Consiglio di quartiere di Giubiano; faccio parte della segreteria provinciale e cittadina del Pd e ho partecipato ai coordinamenti di diverse campagne elettorali, sia per l’elezione di Davide Galimberti, sia per le regionali del 2018, quando ho supportato Samuele Astuti.

Mi ha sempre guidato molto la passione più che l’ambizione personale, perché vedo la politica come una sorta di vocazione. Mi manca un esame per conseguire la laurea magistrale in Scienze politiche: lo studio e la conoscenza di questa materia, oltre all’azione pratica, sono al centro della mia vita».

Giovani e politica: due mondi distanti?
«Negli ultimi anni c’è stato una certa disillusione dei giovani nei confronti della politica e della possibilità di cambiare le cose. La mia generazione non è conservatrice, non è soddisfatta dello status quo. Ha però perso la fiducia nella possibilità di poterlo cambiare. È nostro compito, come Gd, far recuperare ai giovani della mia generazione la speranza nella possibilità di un cambiamento. Ci sono degli esempi, come i Fridays for Future. La politica tradizionale, partendo da esempi concreti, deve recuperare quello spirito per instillare nuovamente quella speranza che è andata perduta dopo la crisi economica del 2008».

La candidatura
«Ho scelto di candidarmi per continuare il mio percorso ed estendere quanto di – credo – buono fatto nel circolo di Varese anche a livello provinciale. Se verrò eletto intendo potenziare il ruolo politico della giovanile anche nei confronti del partito. La giovanile deve darsi una linea politica, decisa in maniera democratica nelle assemblee, da far poi pesare. I giovani sono una minoranza in questo momento nel Paese che deve portare avanti le proprie istanze e i Gd possono servire a questo. Portando avanti le battaglie sia nel partito (ad esempio per la rappresentanza alle elezioni) sia nel Paese (diritto allo studio, al lavoro ben pagato, all’abolizione degli stage gratuiti e così via)».

Le priorità
«Credo molto nella formazione, tema connesso all’allontanamento dei giovani dalla politica. Vorrei recuperare l’esperienza dei partiti della Prima repubblica, che hanno fatto tante cose che non vanno riproposte, ma le scuole di formazione sono qualcosa di positivo. Vorrei prevedere annualmente una scuola di formazione politica aperta a tutti, invitando sia politici che persone del mondo accademico e della società civile per insegnare lo spirito di servizio e la storia della democrazia e dei partiti che hanno contribuito a formare una coscienza politica e civica. Inoltre intendo proporre anche a livello provinciale i viaggi che ho organizzato come segretario di circolo: la politica è anche senso di comunità e di amicizia, di militanza e conoscenza delle persone.

Samuele Oppedisano: «Tanto ascolto dei circoli»

Il rapporto con la politica
Mi sono avvicinato alla politica quando ho iniziato a fare il rappresentante d’istituto al liceo Crespi di Busto, organizzando diverse assemblee. Ricordo ad esempio quella dedicata al referendum costituzionale del 2016.

Prima delle elezioni politiche del 2018 ho iniziato a informarmi di più e a frequentare i Gd di Gallarate. Dopo circa due anni, io e altri giovani di Somma Lombardo abbiamo deciso di fondare nel 2020 il circolo di Somma, di cui sono stato segretario fino al congresso di dicembre, nel quale è stato eletto Fabio Daddozio.

Giovani e politica: due mondi distanti?
Per me non lo sono: io sono giovane e provo a fare politica. Sicuramente, però, è sotto gli occhi di tutti che i giovani non sono la priorità delle varie classi dirigenti.

La soluzione non è puntare il dito, ma provare a partecipare come io e i miei compagni cerchiamo di fare. Questo mi sembra l’approccio corretto.

La candidatura
L’esperienza nel circolo cittadino è stata bella e arricchente, però si tratta di un percorso che posso dire di aver fatto. Volevo affrontare una nuova sfida e questo è il passaggio più prossimo. È una sfida molto stimolante, mi sento acerbo da alcuni punti di vista e sicuramente potrei imparare tante cose.

Inoltre, nella mia esperienza – pur breve – il provinciale ha avuto una sua importanza e mi piacerebbe portare avanti l’idea di federazione provinciale che ho e le idee degli iscritti.

Le priorità
La priorità è ascoltare tantissimo i circoli. Serve un coordinamento, non mettendosi sopra ai circoli ma inter pares, così da permettere a tutti di partecipare alle varie iniziative. Occorre un’agenda comune.

C’è poi la parte relativa al tesseramento e, perché no?, la costituzione di nuovi circoli. Negli ultimi anni siamo nati a Somma e Gavirate, poi Gd dei Laghi: perché non provare a creare un nuovo circolo, ove i giovani fossero interessati?
E poi bisogna ragionare in vista delle elezioni europee del 2024.

Riccardo Canetta

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