«Un modo per rinnovare la solidarietà, l’affetto e la stima per un lavoro che sta a cuore a tutti noi. Siamo qui per ritrovare e rinnovare la fiducia per la missione cui siamo chiamati». Così monsignor Severino Pagani ha accolto nell’omelia l’associazione dell’Arma dei Carabinieri questa sera alle 19 nel santuario di Santa Maria, la chiesa perfetta per celebrare la Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei carabinieri.
Un folto drappello di carabinieri ha affollato la chiesetta in occasione dei festeggiamenti della patrona proclamata tale nel 1949 da papa Pio XII. Prima ancora era stato un gesuita, padre Luigi Apolloni allora cappellano capo al comando generale di Roma che dopo la fine della seconda guerra mondiale si fece paladino di dare all’Arma dei carabinieri il suo santo protettore. «Il pontefice stabilì inoltre – come ha letto il presidente dell'associazione nazionale, promotrice dell'evento, Ferruccio Graziani – che la celebrazione ogni anno fosse anche in memoria di quel battaglione dei Carabinieri che nel 1941 generosamente offrì alla patria la vita nella località di Culqualber nell’allora lontana Africa orientale italiana mentre dilagava la seconda guerra mondiale».
Ma questa sera è stata anche l’occasione per ricordare le vittime del territorio bustese: il brigadiere Francesco Nannetti, il carabiniere Cosimo Gugliersi e l’ausiliario Daniele Fedeli. «In una situazione di generale nichilismo – ha concluso Graziani – di grave preoccupazione per la guerra in Ucraina e di sofferenza sociale, esistono tuttavia certezze. La nostra amatissima Virgo Fidelis, la patria, il tricolore e i valori cristiani che rappresentano la nostra riscossa morale per una nuova coscienza».
Gli ha fatto eco la comandante di compagnia Annamaria Putortì che ha anche letto la preghiera del carabiniere.
In rappresentanza dell’amministrazione comunale, l’assessore alla sicurezza Salvatore Loschiavo. Per festeggiare la patrona era presente anche un gruppo della Caritas di San Giovanni con il responsabile don Francesco Casati.
La cerimonia si è conclusa con la deposizione di una corona sulla lapide di via Cavour che ricorda il brigadiere Nannetti che perse la vita nel 1956 durante un intervento per disarmare un soggetto pericoloso che stava minacciando in un negozio i proprietari.