Ore 11 o giù di lì. Due marzo, Gallarate. Pieno centro, piazza Libertà. Viavai di persone. Un po’ distratte. Attraversano, si salutano. Caffè, giornali sottobraccio. Corse per inseguire bambini piccoli, trottanti: corrono o pedalano su minibici. I primi coriandoli per terra. Che cosa noti? Palazzo Borghi è abbracciato da un lungo nastro color mimosa, ad anticipare la Giornata internazionale della donna. Si è trasformata, la sede municipale, in una sorta di pacco regalo, in un omaggio che proseguirà fino al 9 marzo. Omaggio alle donne e alla loro storia, alle loro sofferenze e alle conquiste, a un futuro che deve vederle sempre più protagoniste.
Le bandiere esposte sulla facciata del palazzo sono quelle di sempre. Da sinistra, Regione Lombardia, Italia, Europa, Gallarate. Valori racchiusi in uno sventolio. C'è la chiesa con il suo campanile, punto di riferimento non solo per i credenti.
Il sindaco è in piazza, parla davanti a una telecamera. Di Ucraina, a partire dal problema degli ultimi giorni: quanti profughi in fuga dalle bombe cercheranno di arrivare in città? Quali saranno le risposte possibili? E il Governo? Come orienterà persone e istituzioni? Gallarate, l’Italia, il mondo in un'occhiata.