La montagna più enigmatica del mondo torna a parlare. Non con il fragore del vento che graffia le sue pareti, ma con le parole, le emozioni e i ricordi di chi l’ha realmente vissuta. Mercoledì 19, alle 15.30, l’Università cittadina per la cultura popolare propone, al Museo del tessile, una conferenza capace di riportare il pubblico tra i ghiacciai del Karakorum. Protagonista è Massimo Palazzi con “K2, dalla memoria scritta all’esperienza umana”, un incontro che promette di riscrivere la percezione della più celebre impresa alpinistica italiana del dopoguerra.
Oltre la “conquista”: la verità degli uomini del K2
Per decenni il racconto del K2 è rimasto schiacciato sulla retorica della “conquista” della vetta. Una narrazione epica, ma parziale, che ha oscurato i lati più profondi della spedizione del 1954: le fragilità, i rapporti umani, i conflitti e la quotidiana lotta contro una montagna inospitale. Chi era davvero “l’Uomo del K2”? La risposta emerge dallo studio del vasto archivio di Ugo Angelino, vicecapo della spedizione Italia-Karakorum. Le sue carte rivelano dettagli inediti e sorprendentemente vivi, capaci di restituire l’autenticità di un’esperienza che ha segnato la storia dell’alpinismo.
Le lettere che riportano in vita il 1954
Tra le pagine conservate da Angelino affiora un racconto che ha il sapore dell’intimità e dell’eroismo quotidiano. In una lettera al fratello Clelio del 30 giugno 1954 scriveva: “Vi sono visioni che non dimenticherò mai: la fatica, i sacrifici passeranno, ma queste immagini resteranno e al mio ritorno cercherò di farti vivere questa vita.” È da questa memoria scritta, al tempo stesso fragile e potentissima, che nasce la conferenza di Palazzi. Una trama di emozioni che trasporta il pubblico laddove il ghiaccio non perdona, ma la determinazione dell’uomo diventa leggenda.
Dalla carta ai 5000 metri: la ricerca si fa esperienza diretta
Lo studio scientifico, per Palazzi, non è mai stato sufficiente. Per comprendere davvero il sentiero degli uomini del K2, bisognava percorrerlo. Da qui la scelta audace: nell’agosto 2024 il relatore ha raggiunto i 5000 metri del Campo Base del K2, ripercorrendo idealmente le orme della spedizione del ’54. Un viaggio necessario per cogliere la dimensione umana, culturale e ambientale di un’impresa che non può essere raccontata solo attraverso documenti e testimonianze, ma deve essere “sentita” sul campo.
Il relatore: uno storico che vive le montagne
Nato nel 1974, Massimo Palazzi è avvocato e storico per vocazione. Dottore di ricerca in diritto del tardo Impero romano all’Università di Pavia e presidente della Società Gallaratese per gli Studi Patri, dedica da anni le sue energie alla valorizzazione delle fonti storiche legate all’alpinismo, in particolare nell’area nord-occidentale e nell’Ossola. L’acquisizione dell’archivio Angelino nel 2019 ha segnato una svolta nel suo percorso: non solo studio e pubblicazione di documenti, ma anche l’obiettivo ambizioso di riportare in luce la vera storia degli uomini che affrontarono il “Chogori”.

















