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Sport | 19 ottobre 2025, 08:15

L'INTERVISTA. Mattia Allesina e il suo maestro Rolando Gaido: il prossimo obiettivo sono i Mondiali in Egitto a fine novembre

Il karateka bustocco è numero 1 del ranking mondiale. Seguirà le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Milano Cortina 2026, dice, ma senza preferenze, perché ama lo sport in generale (anche se il cuore è nerazzurro)

Il numero uno del ranking mondiale di parakarate è italiano: è il bustocco Mattia Allesina, classe 1997, tre volte consecutive campione europeo di parakarate (2023-2024-2025), due volte argento ai mondiali (2021 e 2023), oro ai Virtus Global Games 2023, sette volte campione italiano (sei ori nell’individuale e uno a squadre), per un totale, per non citarli tutti, di oltre cento titoli conquistati.

È questo il palmarès del karateka che gareggia nel parakarate, specialità kata, categoria K22 (quella in cui si sfidano gli atleti con la sindrome di Down). Non solo: Allesina è anche campione Special Olympics, è stato insignito del collare d’oro, il più alto riconoscimento sportivo, e nel 2024 è stato nominato Azzurro d’Italia.

Il campione bustocco lavora in una tintoria, è un ex studente dell’ITC Gadda- Rossetti di Gallarate (dove, sottolinea il suo allenatore, si è diplomato con 80 seguendo il percorso standard) e si allena tre o quattro volte la settimana per due ore o due ore e mezza alla volta ad Oggiona con Santo Stefano alla Polihandy ASD guidato dal maestro Rolando Gaido. Quest’ultimo, gallaratese, dopo essere stato atleta, è ora direttore tecnico di Special Olympics per il karate, è responsabile tecnico nazionale del Csen (Centro sportivo educativo nazionale), componente della commissione parakarate della Lombardia e formatore nazionale della Scuola dello sport del Coni.

Il campione bustocco e il suon allenatore sono impegnati nella preparazione di un evento molto importante, i Mondiali che si svolgeranno tra il 27 e il 30 novembre al Cairo. «Dopo due argenti – afferma Allesina – il sogno è conquistare la medaglia d’oro».

Mattia, quando hai iniziato a praticare karate?

«Nel 2009, prima invece facevo nuoto».

Perché hai scelto proprio il karate?

Mattia: «È uno sport che se lo provi ti piace subito. Infatti lo consiglio. Inoltre ho trovato un grande maestro, un ambiente bello e inclusivo».

Rolando: «La nostra società è un Centro pilota nazionale, conta un’ottantina di atleti e compirà quarant’anni l’anno prossimo: la particolarità è che il nostro gruppo è eterogeneo. Noi facciamo integrazione: ciascuno è un soggetto con la sua identità e la sua storia. Il segreto è trattare tutti normalmente. E poi importantissima è la parte motivazionale: io tengo Mattia sempre sulle spine».

Mattia, c’è una vittoria a cui sei più affezionato?

M: «Sì, l’oro gli Europei di Yerevan. Avevo dedicato la vittoria alla moglie, che non c’è più, del mio maestro. Ma devo dire che dietro ogni vittoria c’è un lavoro enorme, di tutti quanti, e infatti la dedica è alla mia famiglia, alla mia fidanzata, ai miei amici, al mio maestro».

Rolando, com’è nato il desiderio di allenare atleti disabili?

«E’ nato da un episodio. Lavoravo nelle ferrovie e un giorno si sono dimenticati un ragazzo cieco sul treno. Aveva difficoltà a muoversi e guardandolo pensai che se avesse fatto sport gli sarebbe stato d’aiuto. Allora ho aperto un corso per i non vedenti. Su questa esperienza, che è andata avanti dal 2001 al 2006, ho scritto il libro “Il sesto senso”. Dal 2006 alleno i disabili intellettivi».

Seguirete le Olimpiadi di Cortina e le Paralimpiadi? E quale disciplina in particolare?

M: «Sì, le seguirò, ma non ho una preferenza, amo lo sport in generale. Non pratico sport invernali, ma nel tempo libero gioco a calcio. Mi piace Lautaro, sono interista».

R: «A me piacciono molto l’hockey, il pattinaggio, il curling, tutto quello che è su ghiaccio insomma».

Non sono previste gare di parakarate alle Paralimpiadi. Ti piacerebbe andarci?

M: «Sì»

R: «L’atmosfera dei Giochi è unica, ma i Virtus Global Games sono le nostre olimpiadi».

Quali doti deve avere un buon karateka?

M: «Dev’essere morfologicamente ben strutturato e concentrato».

R: «E ci deve essere la predisposizione agli allenamenti. Sotto questo profilo Mattia è in assoluto il più forte di tutti: è bravo, non reclama, dà tutto in allenamento. E’ l’atleta che tutti vorrebbero avere. E non manca mai. Una volta ha affrontato una gara con 39 di febbre (e ha pure vinto)».

Mariagiulia Porrello

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