Quando un obiettivo si posa su un luogo carico di storia, non restituisce solo un’immagine, ma un frammento di identità collettiva. È questo lo spirito che ha animato il primo concorso fotografico dedicato alla Cascina dei Poveri e alla Cascina Burattana, promosso dall’Associazione Riabitare, che ha visto arrivare oltre cinquanta scatti da appassionati e professionisti pronti a misurarsi con la sfida di trasformare pietre, campi e ricordi in linguaggio visivo.
La giuria, composta da Dario Crespi e Tito Olivato per Riabitare insieme ai fotografi Augusto Barbieri, Decio Grassi e Marco Solbiati, ha esaminato con cura ogni opera, premiando cinque autori capaci di andare oltre la semplice documentazione. Giulio Di Lonardo, Gabriele Foieni, Jane Rhea, Linda Torresan e Valentina Macchi si sono distinti per la forza narrativa e per la sensibilità con cui hanno saputo cogliere l’anima delle cascine.
Dalle atmosfere poetiche ed evocative, alla capacità di mostrare il disamore dell’uomo per il patrimonio che lo circonda, fino a una magistrale padronanza della luce e della composizione, i loro scatti si sono trasformati in racconti che parlano a chi guarda.
Il concorso, sponsorizzato da Fotocine Chiappa, rappresenta l’ennesimo tassello del percorso culturale intrapreso da Riabitare, che ha scelto questa volta l’immagine come strumento di riflessione e memoria.
E già si guarda al futuro: l’associazione pensa infatti a un’edizione 2026 del concorso, mentre intanto lavora alla pubblicazione del terzo e ultimo volume sulla Cascina dei Poveri, atteso per dicembre e già prenotabile alla libreria della basilica e al Libraccio.
A Busto Arsizio, dunque, la storia si riscopre anche attraverso la fotografia. E se ogni cascina custodisce silenzi e segreti, gli scatti dei vincitori hanno dimostrato che basta lo sguardo giusto per trasformarli in parole di luce.