/ Territorio

Territorio | 18 agosto 2025, 19:05

Addio a "Carlone" Mainini, le mani grandi come il cuore

Ex titolare di un'autofficina a Vanzaghello, la sua è stata una vita di lavoro, amore per la famiglia e legami autentici. Alpino e grande collezionista di attrezzi del passato e di reperti militari, Carlo si è distinto per la sua ampia conoscenza costruita sul campo e la sua profonda umanità. Martedì i funerali

La splendida foto da alpino condivisa da Mismirigo e Carlo fiero del suo sasso con le iniziali

La splendida foto da alpino condivisa da Mismirigo e Carlo fiero del suo sasso con le iniziali

Non si è mai fermato, Carlo Mainini. Anzi Carlone, come tutti lo chiamavano con quelle sue mani grandi come il cuore.

Adesso è andato avanti, da buon alpino, e la sua vita, la sua passione per la storia che si coniugava naturalmente con la voglia di esplorare il futuro, il suo cammino ricco di conoscenza imparata sul campo scorrono davanti ai familiari, riconoscenti.

Carlo è scomparso a Magnago a 86 anni compiuti da una settimana, i funerali verranno celebrati martedì 19 agosto alle 16.15 nella chiesa di Sant’Ambrogio nella sua Vanzaghello (alle 16 il rosario). Lascia la moglie Rosanna, i figli Barbara, Roberto ed Elena con le loro famiglie.

Nei racconti, vediamo Carlo a scrutare il lavoro in un’officina meccanica fin da bambino, poi impara a lavorare il legno quand’è al collegio dei Frati a Saronno. Diventa quindi autotrasportatore e compra il primo camion a rate, quando si affaccia il servizio militare: è alpino, artigliere,  in Alto Adige, 18 mesi di leva durante i quali mai è andato a casa. Ventisette anni dopo incontrerà il suo capitano, divenuto nel frattempo generale, e la commozione li unirà profondamente.

Ancora, Carlo Mainini ha fatto l’autista privato del Commendator Rosa di Vanzaghello e ha imparato a memoria le strade di Busto che reputava la sua seconda casa. Gli alpini fanno parte per sempre della sua vita e ha un legame solido con le penne nere di Castelveccana, che domani al suo funerale andranno a rendergli omaggio con il “silenzio” della tromba. La sua vita professionale prenderà infine un’altra direzione: prima lavorerà alla Mv Agusta dove eseguirà le preziose modifiche alle moto in base alle esigenze dei piloti – l’ambito reparto “esperienze” - infine aprirà a Vanzaghello un’autofficina.

Ma coltiva anche tanti interessi: «Era super appassionato di attrezzi del passato – racconta Roberto – Ne ha collezionati tantissimi, nel 1991 a Vanzaghello con la parrocchia e la collaborazione della biblioteca aveva realizzato una mostra con tanto di glossario dotato di numeri e descrizione. In italiano e dialetto». C’era di tutto, dai macchinari ad attrezzature per i bachi da seta o tinozze.

Aveva anche una collezione militare, «che ha donato a Castelveccana, dove hanno realizzato un museo bellissimo, sì – osserva Roberto – papà era tanto generoso. Anche nella sua professione, lavorava ma non per guadagnare». Il primo pensiero era per la sua amata famiglia, pagare tutte le spese necessarie. Vacanze, poche: «Si alzava a Ferragosto e diceva “Andiamo”, alle cascate del Toce o a Ponte di Legno». Con quest’ultima località c’era però un rapporto speciale: nel 1961, durante un campo militare, aveva inciso su un sasso le proprie iniziali, M.C., e tornava spesso a cercare quella pietra. Nel 2021, racconta ancora Roberto – non la trovava più, ma a un certo punto eccola e il sorriso è tornato a splendere.

Nella foto condivisa da Mismirigo (nella cui casa funeraria in viale Sicilia a Busto riposa Carlo in queste ore) si vede l'alpino anche con la sua ombra. Toccanti le parole accostate all'immagine: «L'ombra che appare sullo sfondo svanirà con la mia immagine. Ciò che rimarrà è l'amore per la vita che vi ho trasmesso».

Ma. Lu.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO AD AGOSTO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore