Quando, venerdì scorso, ha ospitato Matteo Salvini, alla festa della Lega di Sumirago si è parlato più delle elezioni a Milano che nei principali Comuni della nostra provincia. Inevitabile, per via dell’inchiesta sull’urbanistica che ha colpito il capoluogo lombardo. Nel 2027, però si voterà anche a Varese, Busto Arsizio e Gallarate. E quando lo abbiamo “ricordato” al vicepremier chiedendogli se gli piacerebbe rivedere un sindaco della Lega a Varese o Busto (a Gallarate governa già un leghista, Andrea Cassani, che non potrà ricandidarsi), la risposta non poteva che essere «mi piacerebbe molto». «E ci lavoreremo», ha subito aggiunto, dando un tocco di concretezza a una risposta di circostanza.
Se è vero che Varese ha un valore simbolico per il Carroccio, è Busto la città dove il popolo di militanti e sostenitori leghisti è “orfano” da più tempo di un sindaco con il fazzoletto verde nel taschino.
Di fatto da vent’anni: era l’inizio del 2006 quando finiva anzitempo l’esperienza di Luigi Rosa. Da lì in poi, per il Carroccio – che aveva portato la città nella Seconda repubblica col sindaco Gianfranco Tosi – solo una serie di “vice” nel doppio mandato del forzista Gigi Farioli e in quello ancora in corso di Emanuele Antonelli, civico che ha poi aderito a Fratelli d’Italia.
Tra un candidato per due settimane e dimissioni per protesta
Eppure, in questi vent’anni, la Lega di Busto un candidato sindaco lo aveva indicato. Era il 2011, un 40enne bustocco, dopo aver guidato la Provincia di Varese a Villa Recalcati, guidava a Palazzo Madama il gruppo della Lega alla Camera. Era Marco Reguzzoni, tra i principali promotori della candidatura dell’avvocato Claudio Tovaglieri. Candidatura ufficiale, con tanto di conferenza stampa di presentazione e manifesti elettorali pronti. Con buona pace dell’uscente Farioli e di Antonelli, allora coordinatore del Pdl.
Ci volle l’intervento dei piani alti, altissimi, per ricucire lo strappo. Berlusconi chiese all’alleato Bossi di fare un passo indietro. E il Senatur acconsentì, sacrificando la corsa solitaria a Busto sull’altare del federalismo…
Dieci anni più tardi, fu Antonelli a trovarsi nella posizione di sindaco uscente e ricandidato. Una volta ufficializzata dai livelli politici provinciali la corsa dell’esponente di FdI in rappresentanza di tutta la coalizione di centrodestra, arrivarono le dimissioni da segretario cittadino della Lega di Francesco Speroni.
L’esponente col curriculum più prestigioso della sezione di via Culin, già ministro, senatore ed eurodeputato, sbatteva metaforicamente la porta, poiché il sogno di un candidato sindaco della Lega tramontava. Ancora una volta.
E adesso?
La storia è ancora tutta da scrivere e, come sempre avviene in questi casi, i ragionamenti della coalizione saranno allargati agli altri Comuni al voto. Varese, dove il centrodestra vuole tornare al governo della città dopo il doppio mandato di Davide Galimberti, e Gallarate, dove volge al termine l’era di Cassani, peraltro oggi segretario provinciale della Lega.
Se per il capoluogo sono circolati i nomi dell’ex forzista Luca Marsico e di Raffaele Cattaneo di Noi Moderati, a Gallarate tra le figure in pole c’è quella dell’assessore leghista Claudia Mazzetti. Ma qui è notevole pure il peso di Fratelli d’Italia, grazie anche alla presenza di Francesca Caruso, assessore regionale alla Cultura. E allora ecco che l’ipotesi di una candidatura del presidente del Consiglio comunale Marco Colombo potrebbe giocare a favore delle ambizioni della Lega di Busto.
Nella sezione di via Culin, i nomi spendibili per la poltrona più alta di Palazzo Gilardoni non mancherebbero. Su tutti, quello di Isabella Tovaglieri. Eurodeputata al secondo mandato al Parlamento di Bruxelles, dove è tornata dopo l’ottimo risultato alle elezioni dello scorso anno, è stata assessore all’Urbanistica nonché la prima vicesindaco donna e la più giovane della sua città.
Diventando a quarant’anni la prima sindaca donna di Busto, il cerchio si chiuderebbe. E, tra l’altro, seguirebbe le orme di nonno Giancarlo Tovaglieri (peraltro papà di Claudio di cui sopra), primo cittadino bustocco alla fine degli anni Settanta.
Un ruolo a suo modo storico, per quanto Tovaglieri sia oggi abituata a palcoscenici istituzionali e mediatici diversi. Bisognerà capire se nel prossimo futuro vorrà guardare ancora a Bruxelles, a Roma – e in questo caso la concorrenza interna rischia di essere grande – oppure a Busto, ipotesi che oggi appare poco quotata
L’altro nome di spicco è ancora quello di una donna: Paola Reguzzoni. Leghista della prima ora, folgorata da un comizio bossiano quand’era ancora minorenne. La tessera a 18 anni, l’esperienza in Consiglio comunale a Samarate durante l’università. A vent’anni diventa segretario cittadino a Busto, quindi assessore col sindaco Tosi. In giunta siede anche oggi, occupandosi della delicata delega ai Servizi sociali.
Nel mezzo, la candidatura a sindaco che nel 2016 sembrava quasi cosa fatta, sfumata quando le primarie – più uniche che rare in Italia per il centrodestra – premiarono Antonelli.
«Non è un progetto che perseguo più», ci aveva detto a proposito del sogno di guidare la propria città. Eppure, se ci fossero le circostanze, è difficile che si tirerebbe indietro.
E se il toto sindaco a poco meno di due anni dalle elezioni può apparire prematuro, ad oggi, però, sono questi due i nomi più forti in casa Lega.
Non sono gli unici. Bisogna inserire anche Manuela Maffioli, assessore dal 2017, che con l’ultimo rimpasto ha però perso i gradi di vicesindaco e l’importante delega allo Sviluppo economico.
Insomma, in casa Lega quella della candidatura sembra essere una questione (per il momento ancora virtuale) tutta al femminile.
Per quanto riguarda gli uomini, a ricoprire gli incarichi più rilevanti oggi è Alessandro Albani. Prima consigliere comunale e segretario cittadino, oggi assessore al Bilancio e domani, chissà…