È un problema annoso quello degli agenti di Polizia locale che vengono assunti a Busto Arsizio e, dopo essere stati formati, si spostano in altri comandi per avvicinarsi a casa o in cerca di retribuzioni migliori, “costringendo” il Comune a cercare nuovo personale che andrà a sua volta formato. Con un impiego di tempo ed energie di cui, alla fine, beneficeranno altre realtà.
Una situazione che si ripete ciclicamente su cui ora l’assessore Matteo Sabba vuole mettere mano cercando di invertire la tendenza con una serie di benefit e indennità che possano rendere più attrattivo prestare servizio al Comando dei Molini Marzoli.
Lo ha reso noto ieri sera in Consiglio comunale, rispondendo alle osservazioni di Massimo Rogora (Fratelli d’Italia), con il quale c’è stato anche un diverbio, con accuse incrociate di ricerca di visibilità.
Rogora, già assessore alla Sicurezza durante la prima amministrazione del sindaco Emanuele Antonelli, è particolarmente attento alla situazione della Polizia locale.
E, dopo aver ascoltato l’intervento dell’assessore al Personale Mario Cislaghi relativo alla “fuga” degli agenti verso altri Comuni, ha preso la parola per chiedere di intervenire per arginare il problema.
«Non possiamo negare la mobilità, soprattutto per richieste di avvicinamento in famiglia o 104 – ha detto Cislaghi durante il dibattito sul Documento unico di programmazione –. Mai come adesso nella pubblica amministrazione c’è un movimento di personale, anche per i concorsi che i dipendenti svolgono ricercando stipendi più alti. È un problema grosso: abbiamo assunto tredici vigili e non nascondo la preoccupazione per quanti, provenendo da lontano, dopo il periodo di prova rimarranno a Busto. È un problema nazionale».
«Non mi piacciono le risposte dell’assessore Cislaghi sulla Polizia locale. In sei anni non è cambiato niente – ha osservato Rogora –. Va bene i diritti dei dipendenti, ma dobbiamo capire perché abbiamo assunto 13-14 agenti tutti di Torre del Greco (dieci, si correggerà poi, ndr). Mi va bene che ci saranno società preposte per fare scuola. Ma, caspita, è così difficile capire che bisogna trovare un escamotage nel regolamento delle assunzioni? La Polizia locale fa un egregissimo lavoro, ma i nuovi agenti vanno formati e poi vanno via. Perché da Busto o Legnano non viene nessuno? Per i soldi? Ma se a un allenatore cambi giocatori ogni due settimane, non vincerà mai niente».
C’è un problema di “appetibilità”, dunque, per Rogora: «I dipendenti della Polizia locali di Busto prendono meno rispetto a quelli delle altre città. E chi vuole rimanere qui, deve lavorare il triplo. Portiamo il regolamento in commissione e troviamo un escamotage».
«Nonostante esageri, il consigliere Rogora ha in gran parte ragione – ha risposto Sabba –. Non sono tredici gli agenti di Torre del Greco (in provincia di Napoli, ndr), anche se sono tanti perché lì c’è un perché una forte scuola di preparazione e vanno in tutta Italia. Molti sono arrivati da lì anche nel passato. E questo è un grosso problema». Perché poi, quando possibile, in molti cercano naturalmente di riavvicinarsi a casa.
Ma «non è vero che vengono accettate tutte le richieste di mobilità, di recente quattro sono state rifiutate», ha precisato l’assessore. Facendo poi sapere che «col comandante stiamo preparando una proposta che porteremo al sindaco per dare di più ai nostri agenti che lavorano tanto (potrebbe trattarsi di benefit come buoni pasto e indennità serali e notturne, ndr) . Anche quelli nuovi sono in giro a fare il loro lavoro e molti cittadini se ne lamentano».
Sabba riconosce che «è vero che i nostri agenti guadagnano meno. Anche molto di meno; 2, 3, 400 euro. Cercheremo di superare il problema con questa proposta che spero possa essere accolta. A me non piace quando cambiano tanti uomini, mi piacciono uffici stabili in cui so chi trovo».
Dovrebbe essere presto tolto dai concorsi il vincolo della patente della moto, con l’auspicio che questo consenta a più persone del territorio di partecipare. Ben sapendo che «non si può mettere un vincolo territoriale ai concorsi, ed è una follia perché se ci si può spostare tra enti, uno prima o poi cerca di avvicinarsi a casa».
«Non sono convinto che si possa aumentare lo stipendio, sono dipendenti comunali, a meno di fare un consorzio così diventano dei dipendenti a parte – ha ribattuto Rogora –. E togliamo la motocicletta, ne arriveranno di più da Torre del Greco. Poi se fossero anche cinquanta che però vogliono rimanere a Busto Arsizio, sono pronto a scusarmi e a ringraziarli».
«Sembra quasi che nell’ultimo periodo da quel microfono vengano dei giudizi a prescindere dalle risposte della giunta, giusto per mostrarsi», gli ha replicato Sabba, riferendosi probabilmente anche alla commissione in cui l’esponente di Fratelli d’Italia non ha risparmiato osservazioni un po’ a tutti gli assessori, o quasi. «Io ho detto che le do ragione, al di là dei modi – ha proseguito Sabba –. E non ho detto che aumenteremo lo stipendio, ma faremo una proposta per incentivare gli agenti, dove si può. O non mi ha ascoltato o l’ha fatto apposta. Ultimamente da quella postazione arrivano solo risposte per mostrarsi a un elettorato, e non mi sembra corretto. Io non riesco a far finta di niente e le dico le cose». «Io non ho bisogno di notorietà, forse lei ha cercato notorietà con la sua risposta», ha ribattuto Rogora.
Se ne riparlerà. E la leghista Isabella Tovaglieri, seguita dal capogruppo della lista Antonelli Marco Lanza, ha invitato anche a ragionare sulla possibilità che qualcosa possa essere cambiato a distanza di vent’anni dall’indagine del 2003 della Ragioneria dello Stato che incide ancora quando si parla degli stipendi dei dipendenti di Palazzo Gilardoni.