C’è forte rammarico nel Partito Democratico per la mancata discussione a Villa Recalcati sul Varese Pride. È infatti stata accolta la richiesta di ritirare la mozione dei dem sul patrocinio alla manifestazione presentata da Fratelli d'Italia in quanto la scelta di attribuirlo o meno spetta al presidente. Decisiva, oltre al prevedibile voto favorevole della minoranza, l’astensione dello stesso presidente Marco Magrini della Provincia al Centro, gruppo alleato del Pd composto perlopiù da esponenti di Forza Italia.
In una nota, i dem sottolineano che «il nostro Gruppo Civici e democratici aveva portato all'odg di oggi la mozione di sostegno alla richiesta di concessione del patrocinio da parte della Provincia di Varese, richiesta pervenuta alla Provincia da parte della associazione Arcigay di Varese che chiedeva a tutti i Consiglieri e Presidente un'attenzione e sensibilità al tema, votandola e concedendo il Patrocinio al Pride 2025.
Comunichiamo con forte rammarico la richiesta del ritiro della mozione da parte del gruppo Fratelli D'Italia avallata dal gruppo Lega con l'astensione del Presidente e della sua lista.
Noi come Civici lo riteniamo un grave errore e un'altra occasione persa, da parte del Consiglio provinciale, di rappresentare e sostenere la voce di una parte della società che chiede semplicemente con l'evento del Pride una maggior tutela e rispetto di tutti i cittadini con le proprie diversità e orientamenti così come previsto dalla nostra Costituzione.
Il nostro gruppo continuerà a sostenere ogni iniziativa che va in questa direzione senza se e senza ma!».
All’intervento dei consiglieri di Civici e Democratici si unisce quello della segreteria provinciale del Pd: «Non riusciamo veramente a capire il senso della mancata discussione della mozione e del voto di astensione dei nostri compagni di maggioranza. Siamo consapevoli che per alcuni il tema del Pride possa essere divisivo ma non abbiamo paura di discutere e di portare avanti le nostre idee e i nostri valori, anche a costo di andare in minoranza perché siamo convinti che certi temi, e i diritti civili sono tra questi e non sono negoziabili, mai».