Ci sono partite che non rientrano nella categoria della normalità, eventi sportivi che, per natura e storia, travalicano i confini del mero agonismo per invadere il campo dell'emotività, così coinvolgenti che il giudizio tecnico lascia il passo al pathos. Parla prima il cuore della testa.
Pro Patria-Novara di venerdì sera (ore 20.45) allo Speroni rientra in questa categoria. Non ci sono in ballo trofei o promozioni; a ben vedere è una partita che arriva con le due squadre che non sono in buona salute con tanto di classifica asfittica e con il muso lungo delle due tifoserie. Eppure il vero tifoso non ci sta a perdere, a fare brutta figura con i rivali.
In caso di vittoria della Pro, per l'ambiente tigrotto la prima soddisfazione sarebbe quella di aver battuto i novaresi, poi penserebbero ai tre punti che darebbero pure un po' di ossigeno alla classifica, quasi fossero un corollario. Il confronto con i piemontesi, il cosiddetto derby del Ticino, non potrà mai raggiungere le vette di passione che scatena il derby col Legnano, (quelle rimangono irraggiungibili), però, a qualsiasi latitudine, i novanta minuti col Novara non si vogliono, quantomeno perdere, sia allo Speroni che al Piola.
Una sconfitta provoca sempre un po' di orticaria. Fu molto fastidiosa quella del maggio 2002. Pro e Novara si affrontavano nella semifinale dei playoff del girone A della serie C2. L'andata si giocò a Busto e finì 1-1 con reti di Salvalaggio per i tigrotti e pareggio di Palombo per i novaresi. In virtù del miglior piazzamento al termine della stagione regolare, al Novara sarebbe bastato un pareggio nella gara di ritorno in casa per andare in finale, alla Pro invece restava un solo risultato: vincere.
Quel 19 maggio i tifosi biancoblù lasciarono lo Speroni a testa bassa, convinti che il sogno promozione si fosse trasformato ancora una volta in un incubo. Quella traversa colpita da Dall'Acqua allo scadere era il segnale che la fortuna aveva ancora una volta girato le spalle a Busto.
Il popolo tigrotto trascorse una settimana quasi di rassegnazione anche se non mancò di organizzare pullman e autovetture per attraversare il Ticino e sostenere i propri colori. E quei tifosi ebbero ragione. Il bomber Dall'Acqua fulminò i piemontesi con una doppietta ed un gol lo fece sotto la curva degli ultras biancoblù. Solo un'improvvida uscita del portiere Cappelletti riaprì la partita per il Novara al 90'. Quelli finali furono minuti in cui il miocardio venne messo a dura prova. Un elettrocardiogramma sotto sforzo al confronto era una passeggiata di salute, le palpitazioni erano al limite delle fibrillazioni. Il pareggio avrebbe dato il via libera al Novara. Invece al triplice fischio il semaforo verde si accese per la Pro Patria che riattraversò il Ticino tra gli osanna ed un tripudio di bandiere e, con dentro la consapevolezza, che la promozione sarebbe stata conquistata.
Di quel gruppo faceva parte l'attuale mister Riccardo Colombo. Allora ventenne ebbe la soddisfazione di vivere quei momenti e di giocare due spezzoni di partita delle due finali con la Sangiovannese. Saranno ben presenti in lui proprio agli albori di una carriera che l'ha visto toccare la massima serie. Non mancherà di certo di ricordare ai suoi ragazzi la specialità dei novanta minuti con il Novara. Memore di quel maggio 2002, da allenatore ha già provveduto ad espugnare lo scorso anno il Piola. Ora c'è da fortificare lo Speroni per dire a quelli che sono al di là del Ticino che qui, comanda Busto Arsizio.