Grazie al lavoro e all’impegno di alcuni volontari, la porta della chiesa di San Pietro e Paolo, che si trova in piazza IV Novembre a Marnate, è tornata al suo antico splendore.
Questo non è il primo intervento che il gruppo di persone che si occupa ogni giorno della sua apertura e della sua conservazione decide di intraprendere; negli scorsi mesi, infatti, il tetto è stato riparato per evitare infiltrazioni d’acqua all’interno della chiesa, e anche il portoncino d’entrata è stato oggetto di un restauro completo che l’ha riportato alle sue condizioni ottimali.
Ora è stata la volta del portone d’ingresso, messo a dura prova dal passare del tempo e dalle intemperie; «Lo scorso mese di giugno stavo facendo visitare la struttura ad un amico che per hobby lavora il legno ed è un ottimo falegname – spiega Pierangelo, uno dei volontari – e abbiamo notato che la porta d’ingresso del santuario era veramente messa male.
Così Carlo, questo è il suo nome, mi ha proposto di risistemarla per fare in modo che potesse resistere ancora per molti altri anni».
I due hanno quindi iniziato a lavorare appena finito il periodo delle piogge, e giorno dopo giorno, hanno restaurato prima il portoncino e poi il portone che rappresenta l’entrata principale della struttura.
«Per i materiali necessari a sostituire i vari medaglioni caduti – spiega Pierangelo – siamo stati aiutati da un falegname della zona, che ci ha realizzato i pezzi di ricambio, e piano piano abbiamo fatto quanto potevamo per restituire dignità a questa porta che ha visto passare che negli anni ha visto passare tanti marnatesi che si sono recati a pregare all’interno del santuario.
Ci è voluto quasi un mese per completare il lavoro, ma devo dire che siamo contenti e soddisfatti di esserci riusciti».
Un mese in cui i due volontari hanno dovuto affrontare non solo la fatica del lavoro, ma anche il grande caldo delle ultime settimane.
«Abbiamo lavorato principalmente la mattina – sottolinea Pierangelo - il pomeriggio le temperature erano veramente troppo alte, ed è stato bellissimo vedere che le persone che abitano intorno alla chiesetta hanno preso a cuore quello che stavamo facendo, e spesso ci hanno portato da bere qualcosa di fresco per permetterci di sopportare meglio il caldo».
Del resto la chiesa di San Pietro e Paolo, o come viene spesso chiamata in paese, il santuario della Beata Vergine Maria (a gésa de la Madòna in dialetto), è da sempre un luogo di culto molto amato dai marnatesi, che si ritrovano a pregare sotto il suo tetto sin dai tempi di San Carlo Borromeo.
Oggi, però, accedervi è possibile solo grazie all’impegno di alcune persone che si sono offerte per tenerla aperta durante i pomeriggi; «Attualmente siamo solo in due a occuparci di aprire le porte del santuario – conclude Pierangelo – e sarebbe bello se qualcun altro si facesse avanti per darci una mano, in modo tale da poter fare in modo che questo luogo possa sempre accogliere tutta la comunità».
Anche il primo cittadino di Marnate ha voluto commentare il restauro del portone della chiesa, esprimendo da parte di tutto il paese un ringraziamento a chi ha donato il proprio tempo e il proprio lavoro per renderlo possibile: «Non posso fare altro che dire grazie ai volontari – dichiara Marco Scazzosi – che si sono dati fare per restituirci questo pezzo della nostra storia e hanno fatto veramente un ottimo lavoro».