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Politica | 14 aprile 2024, 14:14

Salvini a Varese: «Abituato alle polemiche di Bossi». Ma dal palco lo ringrazia: «Senza di lui non saremmo qui»

FOTO E VIDEO. Quattro ministri in piazza del Podestà per i quarant’anni della Lega, tra loro anche il leader. Sul balcone della storica sede del Carroccio è stato affisso lo striscione che recita: «Capo, Bobo, Matteo: una storia ci Lega». Presente lo stato maggiore del partito

Foto Michele Del Re

Foto Michele Del Re

Quattro ministri a Varese per i quarant’anni della Lega. Tra loro anche il leader del partito Matteo Salvini che questa mattina, poco dopo le 11.30, ha fatto il suo arrivo in piazza del Podestà, insieme alla compagna Francesca Verdini.
Qui c’è la storica sede del Carroccio, sul cui balcone è stato affisso lo striscione che recita: «Capo, Bobo, Matteo: una storia ci Lega».
Un omaggio alle tre figure che si sono avvicendate alla guida del partito. E un messaggio di unità all’indomani “dell’altra festa”, quella che i fedelissimi della prima ora hanno organizzato a Gemonio, a casa di Umberto Bossi. Il “Capo”, appunto, che – circondato da chi non si è mai riconosciuto nella svolta nazionale voluta da Salvini – aveva già fatto sapere che oggi non sarebbe stato a Varese.
E che ai cronisti aveva detto: «Alla Lega serve un nuovo leader», uno che «rimetta al centro la questione settentrionale».

Big e militanti

A Varese c’era lo stato maggiore leghista. Oltre a Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli, Giuseppe Valditara. Il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo; Fabrizio Cecchetti, coordinatore della Lega Lombarda.
Gli eurodeputati Isabella Tovaglieri, Silvia Sardone, Angelo Ciocca. Il deputato Andrea Crippa, vicesegretario della Lega, che ieri è subito intervenuto a difesa di Salvini dopo le parole di Bossi.

Nei loro interventi ricorre a più riprese il tema dell’autonomia, obiettivo storico del Carroccio che ora sembra davvero alla portata: il 29 aprile il provvedimento approderà al Senato dopo il via libera della Camera.
E poi ci sono gli amministratori e i militanti del territorio, a partire dal segretario provinciale Andrea Cassani e da quello di Varese Marco Bordonaro.

Le parole per Bossi e Maroni

«Da trent’anni sono abituato alle telefonate notturne e diurne di insulto e di polemica di Umberto Bossi. Servono per capire e migliorare». Ha risposto così Salvini alla domanda ricorrente dei giornalisti.
«A Bossi, che ha costruito tutto, tutto è permesso. L’avevo invitato, ma evidentemente ha fatto altre scelte e va bene così», ha aggiunto.

Prima, sul palco allestito ai piedi del Garibaldino, aveva detto al microfono che «ho fatto la tessera nel 1990. Ringrazio colui che tutto ha cominciato. Perché senza Umberto Bossi noi oggi non saremmo qua sotto questo splendido sole e milioni di italiani non parlerebbero di libertà».
Poi l’omaggio a “Bobo”: «Ringrazio chi ha preso in mano il testimone in un momento difficile, durante il quale abbiamo rischiato davvero la fine: Roberto Maroni, che ha fatto il segretario nei mesi più complicati della quarantennale storia della Lega».

«Io – ha proseguito – lo faccio al meglio delle mie possibilità da dieci anni. Ci dedico anima, tempo, cuore, rischiando anche nel mio privato, pur di portare avanti i nostri ideali».
Poi le parole da leader di un partito nazionale: «La Lega è nata quarant’anni fa per fare pulizia e portare onestà e trasparenza nei palazzi. Sono orgoglioso che un militante della Lega sia il prossimo candidato sindaco a Bari, per portare un po’ di pulizia in una terra dove la sinistra le sta combinando di tutti i colori».

Anche l’autonomia «quarant’anni fa era un anelito solo di alcuni territori e adesso potrà essere la spinta in più nelle grandi realtà produttive come Lombardia e Veneto, ma potrà essere una grande occasione di riscatto anche altrove. Penso a una terra come la Basilicata, che ha enormi risorse nel sottosuolo».

Non manca un passaggio sulle europee: «Sarebbe un lavoro a metà portare a casa l’autonomia per le nostre regioni e dipendere dai signori di Bruxelles per fare qualsiasi cosa. La scelta per la Lega alle prossime elezioni di giugno è una scelta di vita e di libertà. Cambiamo l’Europa per Salvare la nostra Italia».

Risotto per tutti

Spazio poi alla festa di piazza, con una risottata per tutti. Una scelta forse poco adatta per la giornata caldissima, ma in linea con lo spirito ruspante della Lega delle origini.
Anche Salvini ci ha scherzato su: «Oltre al risotto ci sono anche pizzoccheri e vin brulè». Non sono mancati un brindisi e il taglio della torta dedicata ai 40 anni di storia del Carroccio.

Riccardo Canetta

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