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Busto Arsizio | 30 ottobre 2022, 13:08

Antonelli ricorda «l’eroe Venegoni», nessun cenno ai manifesti. Pd e antifascisti: «Qualcosa andava detto»

Alla commemorazione dell’uccisione del partigiano, il sindaco di Busto dice che «non ci siamo assolutamente stancati di ricordare il suo sacrificio». Ma Pd e antifascisti lamentano la mancanza di riferimenti ai manifesti sulla marcia su Roma apparsi in città

Antonelli ricorda «l’eroe Venegoni», nessun cenno ai manifesti. Pd e antifascisti: «Qualcosa andava detto»

78 anni dopo l’uccisione da parte dei fascisti di Mauro Venegoni, sindaci e amministratori comunali, associazioni, sindacati si sono ritrovati questa mattina al confine tra Busto Arsizio e Cassano Magnago per ricordare il partigiano nei pressi del cippo a lui dedicato, situato proprio nel punto dove venne gettato il suo corpo martoriato.
Venegoni nacque a Legnano, venne arrestato a Busto e sepolto frettolosamente a Cassano. Oggi in prima fila c’erano i sindaci di questi tre Comuni – Lorenzo Radice, Emanuele Antonelli e Pietro Ottaviani – affiancati da colleghi, amministratori e consiglieri comunali della Valle Olona e del territorio. C’erano anche il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti e il leghista Francesco Speroni.

Quest’anno l’oratore è stato il sindaco bustocco Antonelli, esponente di Fratelli d'Italia. Proprio a Busto, l’altro giorno, sono comparsi dei manifesti dedicati al centenario della marcia su Roma, prontamente rimossi. Nel suo discorso, il primo cittadino non ha fatto cenno a questo episodio. Antonelli, ha spiegato prima del corteo accompagnato dal Corpo musicale cassanese, non intendeva fare pubblicità agli autori del gesto, definiti «quattro cretini».
Ma Partito Democratico e Comitato Antifascista, che avevano già chiesto al sindaco di condannare pubblicamente quanto avvenuto, lamentano questa “mancanza”: «Qualcosa andava detto».

Antonelli: «Importante coinvolgere le scuole»

«Dall’uccisione di Mauro Venegoni sono passati 78 anni, ma non ci siamo assolutamente stancati di ricordare il suo sacrificio – ha esordito Antonelli –. Oggi i tanti problemi delle nostre famiglie ci preoccupano moltissimo, ma non per questo dobbiamo rinunciare al dovere della memoria. Sarebbe profondamente sbagliato e ingiusto, perché se siamo qui oggi lo dobbiamo a persone come Venegoni».

Il sindaco ha rimarcato l’importanza di coinvolgere le scuole, «per far conoscere ai ragazzi la sua figura, l’impegno nelle formazioni partigiane, il coraggio, la sua determinazione, la sua lealtà verso i compagni e i valori della Resistenza. L’anno prossimo vorrei vedere qui studenti e insegnanti, con almeno tre classi, una per città, tra Busto, Legnano e Cassano».

Antonelli ha ricordato la storia del partigiano e quella della sua «famiglia di eroi». Mentre i fascisti lo torturavano per carpirgli informazioni sulle formazioni partigiane, Venegoni «non ha mollato un secondo. Tante volte mi chiedo che coraggio può avere un uomo e se mai io avrei avuto questo coraggio. Con lui abbiamo tutti un debito di riconoscenza, che non si estinguerà mai».

«Oggi manifesterebbe contro la guerra in Ucraina»

Prima di Antonelli, il presidente dell’Anpi di Legnano Primo Minelli aveva evidenziato che il partigiano immaginava «una società libera da ingiustizie. Lui non merita che si racconti la favola del fascismo che ha fatto anche cose buone o di vedere che il 25 aprile non viene ricordato da tutti come festa nazionale. Si deve pronunciare la parola “antifascismo”. Non basta dire che non si hanno simpatie, ci mancherebbe».

Per Minelli, ricordare oggi Venegoni significa «dire no a disoccupazione, disuguaglianze e ingiustizie. E no alla guerra. Lui che l’ha conosciuta con tutta la sua tragedia, sarebbe con noi a manifestare contra la guerra in Ucraina».

Roberto Cenati, presidente dell’Anpi di Milano e provincia, ha evidenziato il ruolo che l’Alto Milanese ha avuto per l’antifascismo e la Resistenza. Ne è un esempio la famiglia Venegoni: «I quattro fratelli sono stati privati della libertà complessivamente per 23 anni». Era presente anche la presidente della sezione provinciale di Varese Ester De Tomasi.

Pd e antifascisti: «Qualcosa sui manifesti andava detto»

La mancanza di riferimenti nel discorso di Antonelli ai manifesti affissi abusivamente nel centro di Busto non è passata inosservata. «Qualcosa andava detto – è l’opinione della consigliera comunale del Pd Cinzia Berutti –. Far finta di niente non cancella quello che è successo. Avrebbe dovuto fare riferimento all’episodio e condannarlo pubblicamente».

Berutti rimarca che «la Costituzione, come è stato spiegato oggi, è antifascista. Gli ultimi fatti non possono avere cittadinanza».
Parere condiviso anche dal Comitato Antifascista di Busto: «Un riferimento a quello che è successo sarebbe stato il minimo – ha detto Giuliano Troiani –. I manifesti apparsi in una città medaglia di bronzo richiamavano la marcia che ha dato inizio al periodo più becero».

Riccardo Canetta

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