Focus in commissione sui “progetti Pinqua” (Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare), quelli relativi alla riqualificazione delle cosiddette incompiute. I gruppi di opposizione – Pd, Popolo, Riforme e Libertà, Progetto in Comune e Bac – hanno presentato una serie di domande a seguito del sopralluogo della Soprintendenza dello scorso febbraio (leggi qui).
«C’è un impegno molto forte per l’amministrazione di realizzare le opere entro marzo 2026 – ha osservato il capogruppo dem Maurizio Maggioni –. Le nostre domande nascono per capire se si riuscirà a ottemperare a quanto previsto, pena la restituzione del finanziamento».
L’assessore all’Urbanistica Giorgio Mariani, rispondendo ai quesiti della minoranza, ha spiegato che «gli interventi proposti sono compatibili con le destinazioni previste dal Pgt»: «Il filone dominante è quello di un social housing diffuso, che permea tutti gli interventi legati al Pnrr». Sulle osservazioni della Soprintendenza: «Non siamo ancora entrati nella fase progettuale. Al momento prendiamo atto di quanto ci è stato detto e seguiremo le indicazioni».
I progetti legati al Pinqua riguardano ex Borri, ex Caserma di via Roma, villa Radetzky, Conventino ed ex carcere.
Oltre a questi e alla rigenerazione urbana dell’ex macello, «ci stiamo interessando alla missione cinque del Pnrr, relativa ai servizi sociali – ha affermato l’assessore Paola Reguzzoni –. Avevamo pensato a degli alloggi per via Roma, ma dalla Soprintendenza è arrivato il diniego perché gli ampi saloni non sono frazionabili. Positivo, invece, il parere sullo spostamento di questa destinazione a Villa Radetzky, con una serie di appartamenti di autonomia legati a persone con disabilità, affiancate da educatori».
Per quanto riguarda il Conventino: «All’ipotesi di appartamenti legati al social housing, abbiamo associato un ragionamento sulle giovani coppie che hanno necessità di un aiuto ed esigenze abitative che non vengono riscontrate nelle case popolari».
Per l’ex Borri, con i suoi «60 appartamenti legati all’housing sociale», si valuta un «partenariato pubblico-privato».
Due destinazioni diverse ma coesistenti per l’ex oratorio Sacconago: una legata «al progetto di reinserimento di bambini e donne vittime di violenza. Una sorta di cuscinetto tra le case rifugio e la completa indipendenza. Non alloggi stanziali, ma una comunità aperta per queste problematiche».
C’è però anche l’intenzione di recuperare una parte della struttura in modo tale che sia «animata e aperta al quartiere, con una biblioteca diffusa o una spazio per lo studio e l’arte, con un impatto positivo anche sul tessuto circostante».
L’assessore all’Inclusione sociale ha parlato anche di una «manifestazione di interesse per una “stazione di posta”, con un investimento di un milione». Si tratta di «un posto che dobbiamo individuare dove si potrà stabilire una residenza fittizia per i senza fissa dimora. Una soluzione meno provvisoria rispetto al dormitorio della stazione, dove prevedere magari anche un piccolo ambulatorio».
Mariani si è poi soffermato sulle destinazioni non inerenti l’ambito sociale (sale studio legate alla biblioteca e bar caffetteria all’ex carcere; auditorium con sale prove, bookshop, caffetteria, uffici amministrativi, portineria di quartiere, spazio per un’attività commerciale legata al mondo della musica, parcheggio al piano interrato al Borri).
A proposito dell’ex calzaturificio, il capogruppo di Busto al Centro Gianluca Castiglioni è tornato a ribadire la contrarietà al social housing in quella sede.
Cinzia Berutti (Pd) ha invece posto l’accento sul verde: «È previsto in tutti gli interventi. Anche a Borri ci sarà una bella quota», ha assicurato Mariani.
Sempre al Borri, ha ricordato l’assessore alla Sicurezza Salvatore Loschiavo, dovrebbe venire trasferito il comando di Polizia locale, oltre all’ufficio Anagrafe. Sul fronte del personale, l’assessore Mario Cislaghi ha precisato che «in questo momento per il Pnrr possono essere assunti solo tecnici specializzati strutturali».