«Con il tuo esempio ci hai insegnato ad apprezzare la bellezza della vita. Sei entrato nel cuore di tutti noi con quella gentilezza che solo tu conoscevi. L’aria che a te mancava, tu hai saputo donarcela e hai fatto della tua vita un capolavoro. Generoso, sorridente, cortese verso chiunque, tu hai vinto. Hai vinto quando noi scappavamo, invece tu non hai mai pensato di arrenderti. Hai vinto quando la vita ha tentato più volte di spegnerti gli occhi. Tu hai vinto».
Così con queste parole toccanti, amici e colleghi hanno voluto ricordare il loro Marco. Uno dopo l’altro non si fermava la catena di persone che dal pulpito della chiesa parrocchiale del Cuoricino di Cardano al Campo hanno voluto dire “Grazie Marco” durante le esequie officiate nel pomeriggio dal vicario della comunità Maria Ausiliatrice don Samuele Lazzati.Sì perché Marco Dettoni, 47 anni, il bibliotecario di Solbiate scomparso per una malattia che lo aveva costretto a un trapianto di polmoni, era conosciutissimo a Cardano, ma soprattutto nel paese della valle in cui lavorava.
«Abbiamo avuto sempre un pensiero fisso: la biblioteca di Solbiate caro Marco – è stato gridato in un messaggio di commiato – sarà sempre la tua biblioteca». Così quella folla di gente che lui conosceva si è voluta stringere affollando la chiesa, tanto che non c’era posto per tutti e tanti hanno dovuto seguire la celebrazione in piedi.
Tanta gente, tanti fiori che inondavano l’altare e una striscia di rose bianche sulla bara. Tanta gente, appunto, raccolta, composta, chiusa nel dolore che si chiedeva perché un destino atroce si è scagliato su una persona grande. La grandezza di Marco non è passata sotto silenzio nemmeno nell’omelia: «Marco ha amato tanto della vita – ha detto il sacerdote – riusciva a penetrare la vita in profondità, amava lo stupore della vita, la bellezza della natura. Ha vissuto bene la sua vita insegnandoci la gratitudine, la gentilezza, la nobiltà d’animo. Ha saputo sopportare il dolore senza lamentarsi, accogliendolo, senza provare rabbia o desiderio di vendetta, ma ha capito e ci ha insegnato che il dolore ci rende migliori».
Non a caso don Samuele Lazzati ha scelto una pagina del vangelo di Giovanni quella della resurrezione di Lazzaro: «È un passo significativo – ha sottolineato - rivela la fede, parla di vita, dei nostri affetti, dei nostri dolori. Siamo qui perché crediamo nella speranza. E la nostra vita ha bisogno di tante piccole resurrezioni che danno vita alla vita. Marco ha cercato queste resurrezioni nell’amore, nella dedizione agli altri, nella meraviglia della vita».
È stata una cerimonia emozionante quella che ha voluto salutare Marco Dettoni. Una cerimonia aperta con un canto dolcissimo scritto e cantato da Valerio Forconi, ispirato alla persona di Marco, e conclusa con le note di “Dolce sentire”, la colonna sonora del film di Zeffirelli, che ha commosso tutti. Immancabile l’applauso finale.