«È la terza partita che recuperiamo, non era la nostra caratteristica». In sala stampa Luca Prina si lascia andare. Lo fa in tanti modi. Svelando le preoccupazioni di prima, oltre che la soddisfazione per la prova dei ragazzi e non solo oggi, sullo spettacolare campo dell’Albinoleffe.
«Sono cinque, sei partite che la squadra gioca in questo modo – osserva l’allenatore tigrotto – Era un momento difficile, la rosa ridotta all’osso. La squadra ha trovato i suo temperamento».
Da una parte è un peccato dover fare la pausa festiva, perché l’onda che corre è buona e duole fermarla. Dall’altra, la reclama la raffica di infortuni, che oggi non si è completata solo con Brignoli: anche Parker non stava tanto bene.
Sì, Prina racconta tutto, anche quello che in precedenza non aveva mai detto: «Nei primi mesi non ero soddisfatto di me… Abbiamo trovato la quadra cammin facendo. E non si dimentichi l’aspetto extracampo…».
Anche questo non è più un tabù. Non si urla, perché non deve essere preso come alibi. Ma c’è e non bisogna nasconderlo: il passaggio societario, tutto ciò che è accaduto e non si è ancora concluso non può non incidere. Si è creato il fortino o si è provato, va bene, ma si è uomini. Ragazzi.
Adesso la squadra «sta crescendo nella quotidianità» e pensa ad affrontare tutte le partite. Una dopo l’altra: a Bergamo già si è raddrizzata l’andata. Dalla sconfitta casalinga al pareggio conquistato con le unghie e con i denti. «Un po’ di tempo fa, avevo sempre qualche preoccupazione» racconta Prina. Adesso sta accadendo gradualmente quello che ha detto lunedì. Piedi per terra, non è una formula magica, ma suona come una ricetta importante: vivere la partita come un’opportunità, non come un problema. In 24 ore la Pro Patria ha eseguito questo compito.
E il mister guarda avanti anche con altri numeri... I punti che sogna. Anzi che tutti vogliono.
M. Lua.