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Busto Arsizio | 25 settembre 2021, 09:30

Tovaglieri: «La Busto del futuro? A misura di cittadino»

L’europarlamentare è candidata al Consiglio comunale. «La Lega è tutt’altro che estremista in Europa», dice. E su Busto: «Vorrei che anche per chi sceglierà di vivere qui pur non essendoci nato, diventi la città del cuore»

Isabella Tovaglieri

Isabella Tovaglieri

«Col cuore a Busto e il coraggio in Europa». È lo slogan scelto da Isabella Tovaglieri, eurodeputata della Lega che, dopo essere stata assessore all'Urbanistica e la prima vicesindaco donna di Busto Arsizio, si candida nuovamente per il Consiglio comunale della sua città alle amministrative del 3 e 4 ottobre (leggi qui).

Partiamo dall’Europa…
«Premetto che io sono approdata al Parlamento Europeo ritenendomi un’europeista. L’Europa è un dato di fatto e per me è ancora oggi un’opportunità. Devo dire di essere rimasta molto delusa, sia quando hanno iniziato a lanciare il “cordone sanitario” contro i sovranisti, sia in commissione. Io sono nella commissione industria, dove spesso ritrovo un ostruzionismo ideologico. 

La Lega viene sovente tacciata di antieuropeismo e di estremismo, ma questo è un messaggio molto distorto. Le posizioni ideologiche e poco pratiche sono quelle della maggioranza del Parlamento, che attualmente ha un baricentro spostato a sinistra.

Mi riferisco ad esempio alla transizione verde e ambientale. Noi fungiamo da contrappeso ad alcune politiche scellerate che, in forza di questo ambientalismo da salotto, fanno delle proposte che mettono in difficoltà le nostre imprese.

Le nostre proposte, tra l’altro, sono supportate dal governo italiano, come quella di partire dall’idrogeno blu (visto che quello verde è costosissimo e nessuno è in grado di produrlo,) condivisa dal ministro Cingolani.

Ci tengo quindi  a sottolineare che la Lega è tutt’altro che estrema in Europa. È una grandissima forza moderata che bilancia forze politiche spesso più ideologiche che pragmatiche.

In Provincia di Varese abbiamo delle filiere da tutelare, delle aziende all’avanguardia dal punto di vista della sostenibilità. Non siamo dietro a nessuno, ma dobbiamo ricordarci che con la transizione ambientale, se da un lato ci saranno nuovi posti di lavoro per i quali i nostri giovani vanno formati, dall’altro ci sarà un problema serio di occupazione che deve essere accompagnato con una transizione reale senza lasciare indietro nessuno».

Venendo a Busto Arsizio, quali sono i temi sui quali vorrà concentrarsi in maniera particolare?
«Sicuramente il tema che ho sempre seguito e che mi ha dato grande soddisfazione è quello urbanistico. Peraltro ci sono molti fondi europei destinati alla rigenerazione urbana. Io direi di proseguire su questo filone, visto che ci sono delle fonti di finanziamento interessanti. Abbiamo sistemato, dal punto di vista progettuale, l’area delle Nord. Ora ci sono gli ex scali delle FS che sicuramente meritano una valutazione e una riqualificazione strategica. È un’area molto interessante e occorre fare dei ragionamenti perché è giusto che venga restituita alla città.

Un aspetto importante del nuovo documento di piano è quindi quello degli scali delle ferrovie. C’è anche il tema delle funzioni. La logistica, che un tempo portava traffico e inquinamento ambientale, oggi è cambiata completamente. Con le aziende che abbiamo in zona industriale - con lo scalo intermodale ripristinato a Sacconago con il terminal delle Nord - credo sia fisiologico che la funzione logistica, oggi compatibile con il territorio circostante, venga reinserita».

Altri aspetti prioritari? Ad esempio la sicurezza, argomento caro alla Lega.
«Busto è una città molto grande su cui è difficile avere un controllo capillare. Sono però dell’idea che l’amministrazione stia perseguendo la strada giusta, quella delle telecamere di videosorveglianza, che sono un ottimo presidio di sicurezza.

Devo dire che la parte del leone la farà il piano di illuminazione: quando avremo un’illuminazione più intensa lungo le strade, ne guadagneremo non solo in fatto di decoro urbano ma soprattutto in termini di sicurezza. Questo è un punto determinante».

Nel corso della prossima consiliatura i progetti a cui anche lei ha lavorato (come quello delle Nord) vedranno la luce, cambiando in parte il volto della città. Come immagina la Busto del futuro?
«Una Busto a misura di cittadino. Noi abbiamo il vantaggio di avere i servizi della grande città e allo stesso tempo un fortissimo elemento identitario e un grande senso di appartenenza.

Io direi che possiamo continuare a tracciare la storia della città in questo solco. Una città che sia sempre più vivibile e che sia sempre più sentita come la città del cuore.
Io la sento così perché ci sono nata e ci sono affezionata e vorrei che anche per chi sceglierà di vivere qui pur non essendoci nato Busto diventi la città del cuore».

I.P.E.

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