/ Busto Arsizio

Busto Arsizio | 23 giugno 2021, 13:00

Busto: il 25 Aprile che non vuoi

Nella piazza dedicata alla Liberazione, topi, calcinacci, allagamenti. Ma soprattutto: chi ha preso il posto dei Carabinieri? E chi risponde di quello che ci succede dentro?

L'ingresso della ex caserma Carabinieri, accessibile a chiunque. In fondo all'articolo la documentazione delle magagne che affliggono una piazza trascurata

L'ingresso della ex caserma Carabinieri, accessibile a chiunque. In fondo all'articolo la documentazione delle magagne che affliggono una piazza trascurata

Busto Arsizio, piazza XXV Aprile, qualcosa non va. Per incominciare all’ex caserma dei Carabinieri. Dopo il trasloco dei militari nel nuovo presidio di via Bellini (trasferimento sospirato quanto doveroso) il cancello dell’immobile dismesso è rimasto socchiuso per settimane. Segnalato. Notato da tutte le persone che, in zona, abitano o lavorano.  Ingresso che era permeabile per chiunque volesse rifugiarsi nell’area (proprietà statale) lasciata libera. E, dopo un po’, dall’interno, nelle ore serali, si incominciarono a sentire rumori e voci.

Ci scappò il morto. Non lì ma a poca distanza, in una zona simile. In uno stabile di via Zappellini / vicolo Landriani. In un edificio lasciato a se stesso, causa fallimento di una società che doveva  piazzare appartamenti di pregio. Si trovò una persona priva di vita, con ogni evidenza vittima di un atto violento. Scattarono pulizie, sigilli e rimozioni. Non solo in vicolo Landriani.  A qualche centinaia di metri, anche l’accesso della ex caserma Carabinieri fu, finalmente, sigillato con catena e lucchetto.

Solo che, oggi, chi volesse entrare là dove passavano le “gazzelle” trova via libera. Catena e lucchetto non allacciano più le porte del cancello. Chi ha reso di nuovo praticabile l’accesso?  Perché lo ha fatto? Va detto che la zona è tranquilla. Residenti e frequentatori non lamentano reati, vandalismi o comportamenti sopra le righe più ricorrenti rispetto alla media. Ma c’è un ma. Una trascuratezza di fondo.

Magari per la presenza di proprietà private finite nel calderone di qualche fallimento. Nessuno si occupa più di certi edifici e dall’alto si staccano calcinacci che rischiano di finire in testa alle persone. Perfino le transenne poste a protezione dei passanti sono lasciate a se stesse (ce ne sono in piazza ma anche verso l’ospedale, a pochi passi dalle scuole Crespi). Intorno alla caserma (via Piave) crescono arbusti alti un metro che infastidiscono i pedoni. E sul lato della piazza già protetto da barriere, posizionate per contenere gli esiti di possibili crolli dagli edifici, ammuffiscono le panchine con fioriere, rimosse dal centro.  Da lì, assicura chi frequenta il posto, sbucano pantegane. Da poco sono state piazzate le classiche scatole con esche anti roditori, si spera che sortiscano gli effetti sperati. Ma, a precindere: non ci si sedeva lì, in piazza San Giovanni, non ci si siede lì, in piazza XXV Aprile. Ad accomodarsi, e assecondando la postura imposta dallo schienale, si finisce con la testa fra i rovi.

Poi ci sono lampioni da cui sono cascate diverse plafoniere. Non sostituite, anche se il vero problema è: ci fosse stato sotto qualcuno al momento sbagliato? E gli alberi della piazza, da cui sono venuti giù rami che, almeno in un’occasione, hanno sfiorato una persona.

In più, se capita che piova forte, con le pendenze mal calcolate della pavimentazione, il disastro è dietro l’angolo. Grazie ai tombini che non tirano (spesso ostruiti) si crea un vero e proprio fiume: scorre davanti a un bar e a una farmacia (nota, per meriti sociali).

C’è pure un pilone. Non ha l’aria di passarsela molto bene. Ma non è così malmesso rispetto al “cugino” che si trova a poca distanza, in via Villafranca. Quello sì fa paura. È storto lui o la casa che gli sta vicino? È normale che l’intelaiatura in ferro sia a vista? In zona, qualche interrogativo sorge. Si cammina e non si sa bene se guardare a terra o verso l’alto. Per preservare la propria incolumità.

E che cosa succeda nella ex caserma dei Carabinieri, non si sa.

Stefano Tosi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore