Mancano pochi minuti, la reazione del Como si fa più furiosa, perde lucidità ma non pericolosità. E i tigrotti, non devono perdere la testa a loro volta. È in quel momento lì, che il coro della Pro Patria avverte nell'aria una nota strana. È in quel momento forse che la squadra e i pochi sostenitori che possono essere presenti per diversi ruoli capiscono fino in fondo che è tutto vero: sì, la partita finirà 2-1, terminerà con la felicità pura. (LEGGI QUI)
È un clacson, un semplice clacson. Lo suonano i tifosi fuori dallo stadio Speroni. Accompagnano i giocatori biancoblù non solo quando stanno attaccando, ma quando stanno difendendo la loro porta a tutti i costi. Quel suono semplice appare bellissimo, come se fuori ci fossero cento, mille auto ad accogliere quelli che sono già i loro miti, le loro tigri, i loro migliori amici, quelli che colorano di gioia un fine settimana e anche di più.
È la Pro Patria che sa stupire anche chi la plasma ogni giorno, come il direttore sportivo Sandro Turotti ha confessato a Stadio Aperto (LEGGI QUI). Quella che è caduta contro la Pergolettese (LEGGI QUI) e contro la capolista no, non voleva ripetere il copione, neanche ci pensava. Quelli erano fogli capitati dentro per sbaglio, stanchezza e sono serviti a ricaricare: adesso ci volevano spartiti.
Si è arrivati a quota 45 punti, cinque da Renate e Pro Vercelli oggi, dieci dal Como abbattuto. Javorcic ha commentato la vittoria: «Ragazzi eccellenti, una mentalità importante, quella che hanno dimostrato -e con il suo consueto fairplay - Il Como mi ha fatto un'ottima impressione. Adesso? È una squadra che ha voglia di competere, di migliorarsi ancora».
Capitan Ricky Colombo non sta nella pelle «Questo gruppo giovane è cresciuto tantissimo, finché mi divertirò così io sarò con loro a lottare. Questa vittoria dà sicurezza. Cosa facciamo ora? Riprendiamo a lavorare, martedì c'è la Pro Sesto».
Ed è la vittoria di e per tutti.
Arrivano i complimenti del sindaco Emanuele Antonelli sui social. L'assessore allo sport Laura Rogora grida su whatsapp: «Grinta da vendere».
È la vittoria per Andrea e Maria Cristina, che oggi festeggiavano l'anniversario di matrimonio. Per Daniele De Grandis che voleva essere lì dentro e c'era, perché i tigrotti lo sentivano forte e chiaro. Per ciascuno di coloro che c'era e per tutti coloro che non potevano esserci. Per lo "zio" dei tifosi Riccardo, che fuori dallo Speroni arrivava con gli occhi lucidi di gioia .
La felicità tigrotta è un clacson che sembra Beethoven e in giro per Busto e la Valle Olona se si ascolta bene, se si presta attenzione, risuonerà ancora e ancora. Onore a un grande avversario, ma i tigrotti siamo noi.