Centinaia di maglie colorate, il respiro trattenuto in attesa del via, l'adrenalina che sale. Domenica 9 novembre la Maratonina di Busto Arsizio tornerà ad animare la città con la sua 32esima edizione (LEGGI QUI). Ma tra i runner di oggi, idealmente, correrà anche una leggenda: quella di Carlo Speroni, la "locomotiva di Busto", l'atleta che proprio su queste strade ha costruito un mito ancora vivo, seppur in bianco e nero, come ricorda oggi il nipote, svelando aneddoti e un primato ancora imbattuto.
Mentre l'Atletica San Marco definisce gli ultimi dettagli per quella che si preannuncia come «una festa per tutti», con quattro diverse competizioni pensate per ogni tipo di partecipante, dai professionisti alle famiglie, il pensiero non può che andare a quel ragazzo che, agli albori dello sport moderno, trasformò le strade di Busto nel suo primo campo di allenamento.
Un record che resiste da 112 anni
A raccontare l'uomo dietro il campione è il nipote, Carlo Speroni. È lui a svelare un primato che forse non tutti conoscono e che rende la figura del nonno ancora più unica. «Mio nonno detiene ancora oggi un record incredibile - spiega - È stato il più giovane atleta di sempre ad aver partecipato a una maratona olimpica». L'anno era il 1912, le Olimpiadi quelle di Stoccolma. Speroni non aveva ancora compiuto 17 anni e poté affrontare il viaggio solo grazie alla generosità di tanti bustocchi. «Era in lotta per un possibile bronzo, nel gruppetto di testa, ma a sette chilometri dall'arrivo si dovette ritirare per i crampi».
Una gara epica, disputata in condizioni estreme, con una temperatura anomala di oltre 35 gradi che costò addirittura la vita a un atleta portoghese. Ma fu lì che il mondo conobbe il talento di quel giovane bustocco. Un talento che lo portò a collezionare 12 titoli italiani e 49 primati nazionali, dominando le distanze dai 5000 metri alla maratona, e altre due partecipazioni olimpiche, seppur, a causa della guerra, fu costretto a saltare la rassegna a cinque cerchi del 1916, quella in cui probabilmente avrebbe potuto davvero ambire a una medaglia. «La sua maratona più importante fu sicuramente quella di Stoccolma - continua Carlo - ma la sua carriera è costellata di episodi incredibili. Come quella volta che stabilì il record del mondo sui 20 chilometri, ma non glielo omologarono perché, anziché tre cronometristi, ce n'erano solo due».
Le radici a Busto Arsizio
Le prime imprese di Speroni nacquero proprio in città. L'esordio ufficiale avvenne nel 1910, a soli 15 anni, nel "doppio giro di Busto Arsizio". Come ricorda il nipote, «ai tempi si facevano tante gare in zona». Fu uno dei primi, grandi atleti della Pro Patria, quando la società, nata come ginnastica, si aprì all'atletica leggera.
Una festa per tutta la città
Oggi lo stadio porta il suo nome, ma è l'intera città a essere il suo "monumento" sportivo. E la Maratonina del 9 novembre ne è la celebrazione più bella. L'edizione di quest'anno, come sottolineato dal presidente dell'Atletica San Marco Marco Clivio, sarà la più inclusiva di sempre. Oltre alla mezza maratona competitiva Fidal e a quella non competitiva, ci saranno la BA Run di 9.9 km e la novità della Family Run, una camminata di 4 km aperta a tutti. Un evento che coinvolgerà centinaia di volontari e attraverserà diverse zone della città. Per i finisher delle 21 km, una "chicca": una medaglia in cristallo a ricordo dell'impresa.
Un'impresa che, seppur con spirito diverso, ricalca le orme di quella del “Carloeu" che, più di un secolo fa, iniziò a correre proprio su queste strade, seppur sterrate, sognando le Olimpiadi.














