Il volo delle campionesse è atterrato. Nel primo pomeriggio di oggi, l’aeroporto di Malpensa si è trasformato in una passerella d’onore per le regine del volley mondiale, rientrate trionfanti dalla Thailandia - via Doha - con la medaglia d’oro al collo e un sogno finalmente diventato realtà. Ventitré anni dopo la prima e unica volta, l’Italia è di nuovo campione del mondo nella pallavolo femminile, e lo fa nel modo più emozionante possibile: con un 3-2 in finale contro la Turchia, dopo aver piegato in semifinale anche il Brasile, sempre al tie-break.
Ad accogliere le azzurre a Malpensa un mix di emozione e orgoglio, urla festanti e applausi scroscianti. Tanti i tifosi, addetti ai lavori e semplici curiosi che hanno voluto tributare un primo caloroso abbraccio alla Nazionale del CT Julio Velasco, strepitoso architetto di un ciclo vincente (e a Malpensa è risuonato il grido «Julio Julio») che, dopo il titolo olimpico conquistato a Parigi 2024, ha messo in bacheca anche il trofeo iridato. Un’impresa storica che ha infiammato l’entusiasmo nazionale: la finale trasmessa su Rai 1 è stata seguita da oltre 4,1 milioni di telespettatori, con uno share del 33%.
Presenti a Malpensa tutta la famiglia e il fidanzato di Benedetta Sartori, ex centrale della Uyba passata ora a Milano, e naturalmente ad accogliere Paola Egonu non poteva mancare l'amica, team manager delle farfalle di Busto, Giuditta Lualdi.
L’omaggio della Federazione: fiori e applausi per le campionesse del mondo
Un’accoglienza speciale ha atteso le 12 neo-campionesse del mondo al loro arrivo a Malpensa. La Federazione ha voluto rendere omaggio alle azzurre con un mazzo di fiori ciascuna, consegnato dalle giovani atlete delle società del territorio accorse allo scalo varesino. Tra le più numerose, le ragazze dell’Insubria Volley Gallarate - parte della “galassia” UYBA - e della Pallavolo Varedo.
A varcare per prima le porte degli arrivi internazionali e a ricevere l’ovazione dei tifosi è stata la capitana Anna Danesi, visibilmente emozionata:
«Conosco molte di queste ragazze dal 2018 e, negli ultimi due anni, siamo riuscite a coronare tutti i nostri sogni. La parte mentale era ciò che ci mancava, ma è proprio lì che abbiamo fatto il salto di qualità: una forza enorme che, forse, ci resterà dentro più di qualsiasi risultato. La cosa più bella di questa squadra è l’umiltà: sappiamo di essere forti, ma nessuna smette mai di voler migliorare. E non lo faremo neanche ora che siamo campionesse del mondo».
Ultima della fila, anche dopo Velasco, Miriam Sylla, protagonista assoluta e autrice del muro decisivo nella finale di ieri. Le sue parole, a 24 ore di distanza dal trionfo, raccontano ancora incredulità: «Come rivivo quel momento? Non lo so, davvero, non ne ho la più pallida idea. Ancora adesso faccio fatica a realizzare: è come se, in quell’istante, si fosse spenta la luce e non avessi capito più nulla. Non ho pianto, credo di aver “spento” le emozioni per la tensione accumulata nel quinto set. E forse, ancora adesso, mi sono dimenticata di riaccenderle… ma sicuramente avrò tempo e modo per farlo».
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