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Busto Arsizio | 30 luglio 2025, 14:12

GIUBILEO. Il sudore ripaga: i nostri giovani in bici fino a Roma, tra fatica, lacrime e meraviglia

Partiti con la forza delle gambe, tornati con la forza del cuore: 38 ragazzi di Busto Arsizio hanno raggiunto Roma in bicicletta, dopo dieci giorni di fatica e condivisione. Tra salite, vento, pioggia e ruote bucate, hanno superato ogni ostacolo. Un’esperienza intensa, che li ha fatti crescere davvero

GIUBILEO. Il sudore ripaga: i nostri giovani in bici fino a Roma, tra fatica, lacrime e meraviglia

Si sono svegliati all’alba per dieci giorni. Hanno pedalato con il sole in faccia e il vento contro, hanno stretto i denti sui tornanti dell’Appennino, hanno dormito con lo zaino come armadio e la fatica come compagna. Ma ce l’hanno fatta. Trentotto ragazzi, tra i 16 e i 23 anni, accompagnati da due preti, sono arrivati a Roma in bicicletta da Busto Arsizio. Mille chilometri di sudore, gambe, preghiera e spirito di gruppo. Un’avventura vera. Un viaggio che li ha cambiati.

Strade, vesciche, ruote bucate: eppure, nessuno ha mollato 

Dieci tappe. In media 82 chilometri al giorno. La più lunga: 97. Hanno pedalato tra caldo torrido e freddo pungente, tra asfalti cocenti e discese scivolose. Hanno attraversato la pianura, poi gli Appennini, hanno affrontato città, colline, temporali. Hanno bucato, sistemato, spinto, ripreso a pedalare. Sempre insieme. Sempre uno per l’altro. Nessuno ha mai detto basta. Neppure quando il cielo si è rovesciato addosso a grandine. Neppure quando il sonno arrivava prima della cena.

Zaini leggeri, cuori carichi 

Avevano con sé solo il minimo: una maglietta asciutta, una macchina fotografica, il necessario per la bici. Il resto lo portavano dentro. La voglia di arrivare, la determinazione, la fede. Ogni mattina alle 5.30 si alzavano, recitavano le Lodi, caricavano gli zaini, salivano in sella. Alle 13 arrivavano nella parrocchia ospitante, accolti da volontari e dai cuochi che li seguivano su pulmini. Nel pomeriggio, la Messa, la cena, la Compieta. E poi si dormiva, pronti a ricominciare.

Roma, il traguardo che diventa emozione 

Quando hanno visto la cupola di San Pietro in lontananza, gli occhi si sono riempiti di lacrime. Erano stanchi, provati, stravolti. Ma felici. Lì, sotto il cielo di Roma, tutto ha avuto un senso. Le pedalate, le salite, le cadute, le risate. Lì si sono riuniti agli altri ragazzi di Busto, arrivati in treno: in tutto erano in 180, il gruppo più numeroso della diocesi. L’abbraccio, le lacrime, la gioia. Ieri, 29 luglio, la Messa di benvenuto in San Pietro. Sabato sera, la veglia a Tor Vergata. Emozioni forti, profonde, vere.

Un cammino che resta 

Sono cresciuti, tutti. Hanno imparato a fidarsi, ad aspettarsi, ad aiutarsi. Hanno condiviso la fatica e il silenzio, il pasto e la preghiera. Non è stata solo una pedalata lunga 800 chilometri. È stato un cammino interiore. Una strada che non si misura in chilometri, ma in passi di crescita. E che, ora lo sanno, non finisce a Roma. Perché una volta che impari a pedalare con il cuore, non smetti più.

Laura Vignati

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