Due giovani che si amano, e che si fanno voler bene. Due storie di sport, fatica, scelte. Due facce belle e pulite che rappresentano - seppur su palcoscenici molto diversi - ciò che c’è di più autentico e promettente nello sport: Davide Ferri, cuore biancoblù della Pro Patria, e Jannik Sinner, neo-campione di Wimbledon, simbolo del tennis mondiale (LEGGI QUI).
In una domenica storica per l’Italia, ad osservarli da vicino - con l’occhio e il cuore di chi conosce davvero lo sport e i suoi valori - e a commentarli sui social è stata anche Patrizia Testa, presidente della Pro Patria, che riconosce in entrambi i ragazzi lo stesso spirito: umiltà, dedizione, correttezza, dentro e fuori dal campo. Valori che, nel corso del suo decennio alla guida della squadra di Busto Arsizio, ha sempre messo al centro.
«In un mondo, e nel calcio in particolare, che si riempie la bocca della parola giovani – dice la presidente – anche la Pro Patria, in questa fase, ha dovuto pagare il suo conto, perdendo alcuni talenti cresciuti in casa e valorizzati negli ultimi anni». Il pensiero va a Piran, ma anche a Bashi – cui la presidente rivolge un sentito in bocca al lupo per la nuova avventura in una categoria superiore a Catanzaro – e a Pitou.
Eppure, in un contesto così instabile, in cui la squadra è ancora in attesa dell'ufficializzazione della riammissione in Serie C (non prima del 22 luglio), c’è chi sceglie la fedeltà. Chi decide di rimettersi in gioco dove è cresciuto. È il caso di Davide Ferri, che ha detto sì alla Pro Patria. Una decisione che per Patrizia Testa ha un peso enorme, ben oltre il campo: «La scelta di Ferri è una scelta di fede e appartenenza che contiene tanti valori morali e umani, con un ragazzo che ha la Pro Patria nel cuore. Una scelta che merita di essere elogiata», afferma la numero 1 tigrotta.
Dall’altra parte del campo - in senso figurato - c’è Jannik Sinner, che con la vittoria a Wimbledon ha raggiunto l'apice del tennis mondiale. Ma non è solo il trionfo sportivo a colpire Patrizia Testa: «Da mamma di due figlie, dico che Sinner è il figlio maschio che tutti i genitori vorrebbero avere. Non soltanto per i valori che porta in campo come sportivo e campione, ma per l’umiltà infinita che ha sempre dimostrato e che mantiene tutt’ora, nonostante un successo meritato e immenso».
Due campioni distanti per sport, notorietà e traguardi. Ma vicinissimi per etica e mentalità. Due giovani che si amano, e che sanno farsi amare e apprezzare. A ogni latitudine. Da chi li allena, da chi li guarda, da chi crede ancora che lo sport possa educare, ispirare, migliorare.