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Busto Arsizio | 27 marzo 2024, 11:00

L’Ipc Verri riparte da dove si era fermato. «Sono al lavoro, anche se i tempi sono lunghi»

Si viaggia verso la digitalizzazione, a Busto la priorità della dirigente sono i «pagamenti degli stipendi» dei professori

Foto d'archivio

Foto d'archivio

L’Ipc Verri a Busto Arsizio è pronto a ripartire dopo il rientro della dirigente scolastica, Barbara Pellegatta. Durante la sua assenza si erano fatti pochi, anzi nessun passo avanti ma alcuni indietro: alcuni docenti avevano addirittura perso il lavoro, altri se ne sono andati di loro spontanea volontà.

Il problema sono stati i mancati pagamenti degli stipendi dei professori precari. Ma alla base di questo, c’è un problema più grande, per cui la dirigente si è sempre battuta: «Quando sono arrivata era ancora tutto fermo al cartaceo», spiega. E, infatti, sembrerebbe che un tubo sia esploso nella segreteria amministrativa, allagando il locale e danneggiando i documenti, tra i quali proprio quelli che sarebbero serviti per i pagamenti dei docenti.

La dirigente Pellegatta ha scelto con convinzione l’istituto professionale di Busto Arsizio, perché ha avuto l’idea «di portare a pieno sviluppo le sue potenzialità, il corpo docenti è motivato e collaborativo, ha a cuore gli studenti e la scuola».

Motivo per cui, dal suo rientro al lavoro, si è messa subito all’opera per riprendere da dove si era fermata: «Sono al lavoro, anche se i tempi sono molto lunghi. C’è la necessità di passare a una digitalizzazione, ma sono procedure che richiedono tempo».

E in questo momento, è quello che più serve all’Ipc Verri anche se, la preside, è dispiaciuta di non poter dedicare lo stesso tempo che dedicava prima ai suoi studenti: «Ho dovuto delegare i miei collaboratori, perché io mi devo concentrare su questo. La precedenza va data al pagamento degli stipendi».

Motivo per cui alcuni docenti durante la sua assenza hanno preso la decisione di lasciare l’istituto, mentre altri ancora erano stati licenziati. Questi ultimi, però, sono stati reintegrati nel loro ruolo al suo rientro. Inoltre, ha anche già incontrato alcuni professori per capire a pieno le problematiche di ognuno di loro.

Anche se, occupandosi dei suoi docenti, non sta certamente tralasciando gli studenti che hanno vissuto in prima persona i disagi dei loro professori.

Adesso, dunque, non resta che aspettare che tutte le procedure giungano al termine per poter ricominciare a sviluppare le potenzialità di una scuola che è tra quelle che accoglie più studenti in città nelle sue tre sedi (via Torino, via Toce e via Azzimonti): «Speriamo di vedere presto un esito positivo per tutto».

Perché è giusto che anche questa scuola arrivi alla digitalizzazione già presente negli altri istituti della città.

Michela Scandroglio

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