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Gallarate | 01 novembre 2024, 16:43

CineCime: la montagna torna sul grande schermo

Nuovo viaggio nella storia e nell’anima dell’alpinismo con la rassegna del Cai Gallarate. Quattro gli appuntamenti, a ingresso libero. Esordio il 6 novembre con “Il contrabbando non è peccato”, di Nicola Buffoni

"Il contrabbando non è peccato" - Foto sito Trento Film Festival (la prima proiezione di CineCime è in collaborazione con TFF365)

"Il contrabbando non è peccato" - Foto sito Trento Film Festival (la prima proiezione di CineCime è in collaborazione con TFF365)

Con la nuova edizione di CineCime, il CAI di Gallarate, in collaborazione con la Scuola di Alpinismo e Scialpinismo Colibrì e il patrocinio del Comune, porta ogni mercoledì di novembre la montagna al centro della scena cinematografica. La rassegna non è solo un omaggio all’alpinismo, ma un’opportunità preziosa per approfondire storie, uomini e territori che hanno plasmato l'immaginario di avventura e resistenza.

Attraverso CineCime, la cinematografia diventa un mezzo potente per raccontare il mondo della montagna e dell’alpinismo, tramandando storie di coraggio e connessione profonda con la natura. Ogni proiezione è un invito a comprendere non solo le sfide fisiche, ma anche le motivazioni intime che spingono gli uomini a esplorare luoghi remoti. Le serate, che si svolgeranno ogni mercoledì di novembre, con inizio alle 21, alle ex Scuderie Martignoni, sono a ingresso libero: un'occasione per avvicinarsi a un’arte visiva che continua a celebrare l’avventura e il rispetto per la montagna, ieri come oggi.

Di seguito, le proiezioni in programma.

6 novembre - Il contrabbando non è peccato: il contrabbando tra mito e realtà

Ad aprire la rassegna, Il contrabbando non è peccato di Nicola Buffoni, un documentario che attraversa le alte Valli di Ossola e Vallese esplorando la figura degli ultimi “spalloni”, i contrabbandieri di montagna. La narrazione si snoda fra testimonianze intense e ricostruzioni storiche, portando alla luce una tradizione ai confini tra mito e realtà. Grazie alla presenza del regista Buffoni e all’introduzione di Piera Ciceri della Scuola Colibrì del CAI Gallarate, il film offre una prospettiva intima e rispettosa sulla complessità di queste comunità di montagna, sfidando la percezione comune su un fenomeno che unisce Italia e Svizzera.

13 novembre - Un pioniere nel sottosuolo: un viaggio nell’ignoto

L’opera di Monica Dovarch, Un pioniere nel sottosuolo, invita gli spettatori a esplorare le profondità della terra, una dimensione meno conosciuta del paesaggio montano ma ugualmente affascinante. Il film, presentato dall’istruttore di speleologia Antonio Moroni e dall’operatrice TAM (Tutela Ambiente Montano) Mila Gandino, è un viaggio introspettivo e visivamente potente che ci porta alla ricerca delle origini, raccontando il dialogo silenzioso tra la natura e il tempo. La cinematografia qui non solo documenta, ma restituisce anche la poesia nascosta nel sottosuolo, offrendo agli spettatori un’esperienza contemplativa.

20 novembre - La bicicletta e il Badile: l’epica di un’impresa

L’alpinismo ha le sue leggende, e La bicicletta e il Badile di Alberto Vallina e Maurizio Panseri celebra una delle più iconiche: la salita di Hermann Buhl sul Pizzo Badile nel 1952. Attraverso la lente dei registi, che sono al contempo alpinisti e ciclisti, la pellicola ripercorre quella storica impresa realizzata partendo da Innsbruck in bicicletta e culminata nella prima scalata in solitaria della parete. Presentato da Roberto Salmini e Piera Ciceri, l’opera rende omaggio non solo al coraggio individuale, ma anche alla determinazione e al desiderio di trascendere i limiti umani. Un documentario che accende una luce sul significato della dedizione alpinistica.

27 novembre - K2, un’esperienza umana - Omaggio alla spedizione Italia - Karakorum del 1954

A chiudere la rassegna è K2, un’esperienza umana, un documentario che fa rivivere la storica spedizione italiana al Karakorum del 1954 attraverso lo sguardo di un gruppo del CAI Gallarate che, nell’estate 2024, ha ripercorso quelle stesse tracce. Fabiana Rostellato, insieme alla voce narrante di Massimo Palazzi, accompagna il pubblico tra immagini e racconti che rievocano il senso di appartenenza a una tradizione eroica. È un tributo alle radici dell’alpinismo italiano, che stimola il desiderio di esplorare e onora un legame mai spezzato con la natura.

Alice Mometti

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