Ieri... oggi, è già domani | 19 febbraio 2024, 05:00

"un sottile dispiacere" - me lo ricorda Giusepèn

Non so come sarà la Busto Arsizio dopo il 2050 …

"un sottile dispiacere" - me lo ricorda Giusepèn

Non l'ho abbandonato, Giusepèn sugli scritti riguardanti Gioeubia e Carnevale. Lui, tuttavia, mi fa ricordare un "sottile dispiacere" e sono versi di una canzone di Lucio Battisti. A volte, senza malizia, si offendono le persone più care; coloro che a spada tratta, avrebbero dato la vita, pur di assecondarti. Anche in casi estremi: quelli che riguardano l'onore e lo stile di anima.

Gli chiedo scusa. A Giusepèn chiedo scusa, col cuore che "l'anima" e la voglia matta di rivedere i suoi "baffetti arzilli" che contornano un sorriso e che accompagnano la sua voce "secca e squillante" che ti gratifica lo spirito. Poi, Giusepèn (come sa lui) riflette e annuisce. Riprende taluni pensieri e li fa propri, poi "sferza" l'ossessione e butta sul tavolo del dialogo, il suo sapere.

Sa, Giusepèn, che mi sono scagliato in una "lotta" quasi impari sul nome della Gioeubia e mi viene in soccorso. Dice tuttavia …."ti leggeranno in pochi, questo pezzo", ma non ci tiene a dirne il motivo. Sa che lo conosco. E lascia a me l'ardire di motivare la mia cocciuta difesa della Gioeubia.

Il termine è perentorio: l'ho scritto e lo ribadisco. Sono dalla mia parte, la Tradizione, la Famiglia Bustocca, la "canzoncella", "Che Baraonda" e l'esperienza. La Gioeubia è termine prettamente Bustocco chi utilizza taluni "pseudonimi" è in errore, anche se hanno il "blasone" di essere cultori del giusto dire. Pena: l'indifferenza!

Gioeubia è Bustocco: il resto, un agglomerato di "modi di dire" italianizzati. Per far capire (forse) che loro hanno studiato e si permettono di "tradurre" Giobia o Giubiana per indicare la Gioeubia.

Non è così: il Dialetto Bustocco da strada esige rispetto. Taluni nomi non vanno tradotti, altrimenti, il loro significato perde di ….. significato. Perché allora non tradurre "brusogiu, balabiutu. ùua, bruscitti" e altro ancora con termini della Lingua Italiana? - certo che è possibile, ma diciamolo in fin dei conti. Diciamolo che tutto si può tradurre, ma allora non si parla di Dialetto Bustocco da strada, ma di qualcos'altro. Hanno pure tradotto la Divina Commedia in Bustocco e la Costituzione Italiana:ed è buona cosa. S'è tuttavia detto che si tratta di un "adattamento" (o un vezzo) per far capire in Dialetto, "documenti" capillari del nostro sapere. Il rischio, qual è? - presto detto: la "traduzione" l'hanno fatta esimi studiosi che hanno imparato dapprincipio, il Vocabolario, apprendendo, studiando, l'italiano, eppoi si sono cimentati col Dialetto Bustocco …. e ciò è impuro, spurio, privo di genuinità, come invece lo deve essere il Dialetto Bustocco da strada.

Giusepèn mi abbraccia con quel calore genuino che possiede chi sa di avere patito invano il "sottile dispiacere" - sa che non era mia intenzione lasciarlo in disparte, ma che talune responsabilità, me le prendo, ma non è mia intenzione "restare nel gruppo" quando il "gruppo" trascura precisi dettami. L'autenticità del Dialetto Bustocco da strada, va difesa …. costi quel che costi. Ora, lo sguardo di Giusepèn è per me un premio della massima importanza e lui …. se ne accorge. Sino a dirmi "zucòn, te moli non eh!" (testone, non molli, vero?) - di fronte alla verità, ci vuole verità. E non gli svelo un mio preciso convincimento: il Dialetto Bustocco da strada va a morire. Molti faranno spallucce; molti si diranno che è ineluttabile, qualcuno che "è la vita", ma un idioma che ha accompagnato l'evoluzione di Busto Arsizio, risentirà della perdita di una preziosità che ha onorato chi ha fornito a Busto Arsizio il privilegio del Rispetto, del Benessere, dei Valori Morali e Materiali e di Educazione.

Non so come sarà la Busto Arsizio dopo il 2050 …. ma all'epoca, Giusepèn ed io avremo ben altro da fare e potremo tuttavia parlarci col Dialetto Bustocco da strada, senza reticenze!

Al ga oei, Giusepèn… al ga oei, mo ul Nocino (ci vuole … ci vuole, adesso il Nocino e dopo il cin-cin anche lo scambio degli sguardi, ci rende una maestosità stupenda che mi porto nel cuore. E lo riferisco a TU!

Gianluigi Marcora

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