"t'e me meni a Milàn?"" - ni accompagni a Milano?

Giusepèn è solare. Ha una richiesta da pormi e lo vedo sicuro della mia accondiscendenza. Ha saputo che a Palazzo Reale (alla sinistra del Duomo) c'è la mostra pittorica di due grandi Artisti: Cèzanne (Post-Impressionista) e Renoir (Impressionista) e vorrebbe visitarla. Gli rispondo un "caldo SI" e decidiamo di andarci: treno da Busto Arsizio a "Cadorna" (Malpensa-Express) poi, in passeggiata sino a Palazzo Reale. Biglietti prenotati e commento lapalissiano: "in danè spendui pulidu" (sono soldi ben spesi).

All'ingresso ci consegnano una specie di cellulare che funge da "guida": basta cliccare il numero del quadro che una "vocina allegra" illustra l'opera d'arte con tanti particolari, di cui Giusepèn fa capire di avere compreso, con un lusinghiero "u capì" come se si trattasse di un dialogo.

"conta su caicossa di dù Pitui" (racconta qualcosa dei due Pittori) ed io eseguo, facendo finta di essere un "esperto d'Arte", mentre in realtà sono soltanto un appassionato dell'Arte, in qualsiasi forma si manifesta e, quel che conosco l'ho ricavato dai libri specifici.

Paul Cèzanne nasce il 19 gennaio 1839 a Aix-en-Provence e fa parte della corrente dei Post-Impressionisti che anticipa la cosiddetta pittura-moderna, poi classificata Cubismo. Cèzanne tratta la natura come se fosse "un cilindro, una sfera e un cono", ma la raffigura secondo i propri intenti del momento, curando i particolari con pennellate "a macchia" che si intersecano nel quadro come se fossero partecipi di un mosaico. La pennellata è "intensa e densa" senza sbavature e contiene un tipo di "energia" che manifesta la personalità concreta dell'Artista. Per Cèzanne, "la realtà non è quella che si vede, ma è quella che si percepisce nello stato d'animo che viviamo in quel momento". Molte delle sue Opere, si ispirano al Classicismo e soprattutto nel precursore della "luce" tal è il Caravaggio - i quadri di Cèzanne sono colmi di "luce" e la prospettiva è sempre presente.

Ascoltare poi dalla "guida-telefono" le sfaccettature di ogni quadro, ci si completa nell'erudizione. E lì si trova il commento di studiosi e di critici d'arte, molto validi.

Passiamo a Pierre-August Renoir, uno dei massimi esponenti dell'Impressionismo. Nasce, Renoir il 25 febbraio 1841 a Limoges, città della ceramica per eccellenza. La pittura di Renoir si caratterizza per il suo tocco "fluido e delicato" che evidenzia taluni particolari e mette in penombra, altri; specie nella rappresentazione della figura umana. Anche qui, la realtà si basa su una interpretazione soggettiva del mondo. Nulla è reale come tutti vedono, ma il quadro mostra la "realtà secondo Renoir" che è talvolta coinvolgente e tal altra stucchevole.

Di ottimo in Renoir è il rifiuto della retorica: un quadro deve rappresentare il proprio stato d'animo e poco importa se talune espressioni sono dissimili (e parecchio) dalla realtà.

Giusepèn è affascinato dal "percorso" dentro Palazzo Reale. Ammicca parecchio ad ogni commento e lo vedointeressato per la bravura degli Artisti che possiedono un "dono" grandioso dalla vita. Poi, quasi in un sussurro, a voce bassa per non disturbare gli altri visitatori: "anca ti te scrii chèl ca te senti in dul coei e te fe 'na vernisoa dul cièl, ul buscu, i fiui e caicossa doltàr" - lo abbraccio, con un sorriso smagliante e gli dico soltanto "tà ou bèn" e dopo il dovuto riposo al bar, riprendiamo la "passeggiata" di ritorno alle "Nord" (Cadorna) - a Busto Arsizio c'è Maria (la figlia di Giusepèn) a "raccoglierci" - "ma l'e'n dèi po'?" (come è andata, papà?) e Giusepèn "tuscossi pulidu; chel, cristu chi, l'e mai stracu" (tutto bene, lui rivolto a me …. è mai stanco) - bello vedere quello sguardo pacato e lucido che mi fa capire l'immensità di Giusepèn.