I sentimenti di Cristo, «il tesoro più prezioso che ci è stato dato». Così monsignor Severino Pagani apre il Te Deum nella basilica di San Giovanni, invitando e spronando alla fiducia nel coltivare quei sentimenti. Da portare e praticare nella vita reale, anche nella cura e nell'amore per la città: così si affaccia anche l'amarezza di quanto accaduto a Natale, con i botti che hanno creato paura e danno economico. Episodio di fronte al quale il prevosto invita a un impegno per custodire e abbellire ulteriormente Busto.
Uno stile di vita
Nella basilica tanti fedeli e le autorità: il Comune era rappresentato dalla vicesindaco Manuela Maffioli, dall'assessore Maurizio Artusa, dai consiglieri Orazio Tallarida e Gigi Farioli.
Monsignor Pagani parte appunto dal cuore della fede, ciò che ha trasmesso Gesù e si traduce in «uno stile di vita e una forza di amore... i sentimenti sono una perseveranza nelle fatiche e una speranza di futuro, sono il rispetto per l’altro, per noi stessi e per il mondo».
Non nasconde le difficoltà di questi tempi, ma sprona alla fiducia: «Gesù è ospite amato di una Chiesa che è diventata vecchia, soffrendo perché il suo sale non riesce più a dare il suo sapore, e il lievito non fermenta la pasta delle nuove generazioni. Gesù può darci più gioia e più gusto dl vivere. Noi conserviamo già la gioia della fede e ringraziamo il Signore per questo balsamo di vita ma vorremmo condividere di più la fede e la preghiera; noi non cediamo al pessimismo o alla nostalgia, ma amiamo la verità e desideriamo la pace. Tuttavia vediamo che spesso nel mondo la verità soffre e la pace ci manca».
La preghiera, la mitezza, la povertà, la perseveranza: quei sentimenti che Gesù ha lasciato in eredità. Doni da custodire e condividere.
La gratitudine deve prevalere anche nelle fatiche e nell'omelia monsignor Pagani lancia un altro invito: «Amiamo le nostre comunità e le nostre parrocchie».
Custodire la città
Quindi il richiamo dopo quanto accaduto a Natale: «Ora senza suscitate ulteriore disagio, ma per amore di verità e di giustizia, e su insistenza di molte persone rette, devo accennare all’episodio avvenuto durante la messa di mezzanotte di Natale, quando sono stati scagliati petardi e botti pericolosi verso l’abside della Basilica, con evidente disturbo della celebrazione, con grande spavento della persone, e anche causando un notevole danno economico. Sono caduti i vetri di cinque finestre. Non siamo arrabbiati, perché la rabbia non è un sentimento cristiano, ma siamo tristi e amareggiati nel costatare il degrado educativo, sociale e culturale che si esprime anche ma e non solo in simili episodi».
Episodi che devono far riflettere e spronare: «Auspichiamo anche una custodia più attenta del territorio per evitare ogni forma di degrado. Non si può lasciare sempre correre, ma è necessaria una forza educativa e un esercizio dell’autorità che ritrovi un grande consenso su valori fondamentali della buona educazione nella concretezza di una quotidiana convivenza».
Prima dell'appello per la pace, dalle relazioni prossime ai Paesi lontani, monsignore approfondisce questo concetto: «Vogliamo ringraziare il Signore e pregarlo perché ci aiuti a rendere ancora più bella la nostra città, con un esercizio più attento delle nostre responsabilità personali e istituzionali, con la coltivazione di un più grande rispetto degli uni verso gli altri, con un esercizio onesto del propri doveri individuali e professionali a tutti i livelli, con una appassionata attenzione ai bisogni dei più deboli già lodevolmente praticata da molti da parte dei singoli e delle autorità costituite. Spesso la gratuita lamentela è espressione di una esasperata debolezza, ma altre volte ha una sua intrinseca ragione».
Rendere più bella Busto, nonché più vicina al Vangelo, implica unire le forze, tutti: «Soggetti privati e pubblici, religiosi e laici, fra le associazioni e le aggregazioni di volontariato. Proprio per questo è necessario rilanciare il volontariato in tutti gli ambiti ecclesiali, sociali ed educativi: un volontariato vero, generoso, duraturo, strutturato».
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