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Busto Arsizio | 09 agosto 2023, 16:28

VIDEO. «Grazie Papa Francesco, che ricarica: ci hai proprio gasato. E la Giornata della gioventù inizia adesso»

I ragazzi di Beata Giuliana e San Giuseppe sono l'ultimo gruppo arrivato nella notte a Busto. Per i primi, anche l'emozione di condividere le ultime settimane con don Gianluca Tognon che diventerà parroco a Vedano: «Per voi sempre porte aperte. È il tempo di restituire alla comunità tutto quello che avete vissuto»

I ragazzi, con l'arcivescovo Delpini e il passaggio del Papa - foto per cortesia di don Gianluca Tognon

I ragazzi, con l'arcivescovo Delpini e il passaggio del Papa - foto per cortesia di don Gianluca Tognon

Hanno dato tanto e ricevuto un tesoro incalcolabile dal Papa e da quella marea di coetanei a Lisbona, entusiasti come loro: lungo la via del ritorno, meritavano una pausa per rifocillarsi con cibo italiano. I ragazzi di Beata Giuliana e San Giuseppe sono rientrati dalla Giornata mondiale della Gioventù - LEGGI QUI E QUI - nella notte, ultimi ma non ultimi. 

Ragazzi dai 17 ai 20 anni, con i loro educatori guidati da don Gianluca Tognon. Ed è stata un'emozione ulteriore condividere questi giorni per i giovani di Beata Giuliana, visto che il loro coadiutore dovrà lasciarli e diventerà parroco a Vedano a settembre. Questa esperienza li aiuterà molto a trasmettere la bellezza della loro fede e la capacità di essere comunità.

Il rapporto tra le due parrocchie a livello di pastorale giovanile è ben rodato, rammenta don Gianluca. Si è partiti dunque con un cammino alle spalle, ripagati da una ricarica incredibile: «Papa Francesco ci ha proprio gasato».

«Ma non nascondiamo l’aspetto della fatica - precisa -  i lunghi tratti in pullman, i maggiorenni alloggiati nelle famiglie, i minorenni con me accampati nella scuola a dormire per terra e con le docce fredde. Hanno dimostrato spirito di adattamento. Tutte le cose belle comportano un po’ di fatica e questo sforzo è stato appagato dalla presenza del Papa. I suoi messaggi semplici, chiari e diretti hanno toccato il cuore dei ragazzi. Ho capito che se li stanno portando dentro, perché in diversi mi hanno detto: questa parola del Papa mi ha scosso...».

Don Gianluca ci parla vicino alla statua della Madonna, in oratorio. Ed è proprio il pensiero di Maria, indicata espressamente in queste ore di preghiera e ricarica comune, che ispira: «Si alza con grande coraggio per fare visita a Elisabetta. Il messaggio a Lisbona è stato proprio questo: imparate da Maria per non essere sedentari nella vita, ci sono occasioni che non si ripetono». Cita poi Luigi Maria Epicoco: «Chi non rischia nella vita non sarà mai felice. Maria con questo suo alzarsi ci ha fatto capire che il rischio fa parte della vita ed è l'ingrediente per avere un'esistenza felice nella logica e nella prospettiva del Vangelo».

Si è tornati dunque stanchi e gioiosi: «Sono stati giorni di grandissima speranza, il colpo d’occhio su questa immensa gioventù ha aperto il cuore e a loro ha fatto capire di non essere soli. Chi crede, diceva il Papa emerito Benedetto, non è mai solo».

Erano tutti alla prima Giornata mondiale, tranne il sacerdote che ne aveva vissute 5, sempre in Europa: «Ma la Giornata mondiale non finisce una volta scesi dal pullman, inizia adesso! Devono riportare tutto quello che hanno provato nella vita della parrocchia, così come Maria meditava nell'intimo del cuore. È il tempo di restituire a una comunità tutto quello che avete vissuto, ho detto loro. La gioia profonda non va tenuta per sé».

A settembre, don Gianluca dovrà lasciare l'oratorio per prendere le redini della parrocchia a Vedano; Beata Giuliana resterà senza lui e il parroco - don Giovanni Fumagalli andrà a Burago - e si dovrà vivere un periodo provvisorio in attesa di capire le decisioni finali sull'organizzazione della parrocchia. Parliamo di una comunità di 8mila persone.

Don Gianluca assicura: «Le porte sono sempre aperte per i ragazzi. E a tutti i giovani che hanno partecipato a Lisbona auguro: prendete in mano la vita con tanto coraggio, osate sempre rischiare, solo così sarete felici».

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Marilena Lualdi

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