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Busto Arsizio | 28 giugno 2023, 13:53

Reddito di cittadinanza: a Busto 62 persone accompagnate al lavoro, 8 le assunzioni. «Questione di dignità»

Grazie allo sportello sociale attivato da Solidarietà e Servizi all’interno dell’assessorato di via Roma, delle 256 domande ricevute nell’ultimo anno per accedere al Rdc, quasi il 70 per cento è stato inserito in un percorso di “patto per l’inclusione”, con l’assunzione di impegni precisi da parte del richiedente. L’assessore Reguzzoni: «Un investimento per l’amministrazione»

Reddito di cittadinanza: a Busto 62 persone accompagnate al lavoro, 8 le assunzioni. «Questione di dignità»

Delle 256 domande ricevute nell’ultimo anno per accedere al reddito di cittadinanza a Busto Arsizio, quasi il 70 per cento è stato inserito in un percorso di “patto per l’inclusione”, con l’assunzione di impegni precisi da parte del richiedente.
62 persone sono state interessate dal servizio di accompagnamento al lavoro. Di queste, otto (il 13 per cento) sono state assunte.

Sono alcuni dei dati relativi allo sportello sociale attivato da Solidarietà e Servizi all’interno dell’assessorato di via Roma. «Un ottimo lavoro – sottolinea l’assessore all’Inclusione sociale Paola Reguzzoni – svolto in un anno complesso anche dal punto di vista giuridico, poiché il reddito di cittadinanza sta cambiando (e speriamo giungendo a termine come tipologia di intervento)».

La cooperativa, da tempo attiva nell’inserimento lavorativo per persone con disabilità e fragili, «ha fatto colloqui e profilato ogni percettore, proponendo formazione e ore di impiego presso l’ente Comune di Busto, ma non solo». L’assessore rimarca più volte che «il lavoro è l’obiettivo primario, che permette di dare dignità».
Lo sforzo compiuto dall’amministrazione per sostenere lo sportello «non è una spesa a perdere, ma un investimento – assicura Reguzzoni –. Otto assunzioni significano otto famiglie che domani potranno essere autonome e che già da oggi non avranno più Isee zero». Con “sgravi” anche per il Comune.
Per l’esponente di giunta, il progetto «è un insegnamento per chi ha scambiato il reddito di cittadinanza per un lavoro a tempo pieno. Il divano non è un’alternativa».

«Crediamo nel lavoro, che può davvero portare dignità e pienezza nella vita delle persone – le ha fatto eco Filippo Oldrini, responsabile Area inserimento lavorativo di Solidarietà e Servizi –. Il reddito di cittadinanza non aiuta la motivazione, ma noi facciamo di tutto per cambiare questo concetto».
L’obiettivo è quello di superare una mera logica assistenziale. «E l’inserimento dello sportello all’interno di una sede comunale ha facilitato la comunicazione con le colleghe dei servizi sociali e dato autorità al momento del colloquio. Aiutare a trovare lavoro è un lavoro. Il Comune lo ha capito e ha messo dei fondi per questo».

Delle 256 domande per avere accesso al Rdc, come detto, il 70 per cento è stato inserito in un percorso di “patto per l’inclusione”. Il restante 30 per cento è stato escluso dagli obblighi per carichi di cura o per la presenza di gravi disabilità in famiglia, come previsto dalla legge, ma comunque accompagnato nella fruizione di quanto offerto dai servizi sociali. In 38 hanno perso il beneficio a seguito della verifica dei requisiti o per non aver risposto per tre volte alla convocazione al colloquio per la presa in carico.
58 gli impiegati nei progetti utili alla collettività (Puc), mentre il servizio di accompagnamento al lavoro (revisione curriculum e supporto alla ricerca attiva, avviamento a corsi di formazione, incontri di supporto alla motivazione personale, proposta di tirocini e colloqui in azienda) ha coinvolto 62 persone, con otto assunzioni.
Perlopiù donne con un basso livello di istruzione, precisa Elena Olgiati (coordinatrice del servizio), con mansioni esecutive, in particolare nell’ambito delle pulizie.

«Un numero che può non sembrare alto, ma che ci rende orgogliosi – osserva Oldrini –. Lo potremo aumentare e abbiamo delle idee per riuscirci».
In ogni caso, «se a questi aggiungiamo le dodici persone del corso badanti, abbiamo battuto l’ufficio di collocamento», ha scherzato, ma non troppo, Reguzzoni.
Guardando avanti, c’è l’intenzione di coinvolgere maggiormente le aziende: «Costruiremo un tavolo di confronto, sia per recepire la normativa, che attende ancora i decreti attuativi, ma anche per arrivare non ai progetti utili alla collettività ma una collocazione con un posto di lavoro».

Riccardo Canetta

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