Venezia: sul red carpet del Festival è arrivata Manuela Carnini, bustese doc, ex olimpionica di nuoto sincronizzato, medico e oggi artista. La sua presenza non è passata inosservata: l’abito indossato, intitolato “La Sposa di Fridami”, ha trasformato la passerella in un racconto di rinascita e di forza interiore.
Non si è trattato solo di eleganza, ma di un messaggio. Il vestito, nei contrasti di bianco e nero e nelle rose cristallizzate, ha simboleggiato l’opera Perfect Union: un’unione tra opposti che non si annullano ma si completano, come vita e dolore, ferita e guarigione. Un patto che Carnini ha stretto con l’arte, definita da lei stessa come cura e salvezza.
Poco prima della sfilata, un gruppo di ragazze l’ha attesa, chiedendole un autografo e la sua storia. In mano teneva un bouquet, che ha deciso di lanciare proprio a loro, come in un rito nuziale. Un gesto spontaneo che ha reso tangibile il senso di condivisione e di trasmissione di speranza a nuove generazioni. (VIDEO).
Accanto a lei la curatrice Maria Di Pasquale, con cui ha ribadito anche nell’intervista rilasciata a “Nessuno tocchi Caino – Human Rights” il cuore del suo messaggio: una donna non deve restare vittima per tutta la vita per essere creduta, ma può riscattarsi e tornare a brillare.
La sua apparizione a Venezia è stata dunque più di una sfilata: un atto simbolico che ha trasformato il tappeto rosso in testimonianza, dove l’arte non è semplice ornamento, ma strumento di rinascita e libertà.