Una delle patologie più diffuse che colpisce l’anca è l’artrosi. Il dottor Stefano Rossi, ortopedico all’Istituto Clinico San Carlo, ha spiegato cos’è, i sintomi, le cause e le cure.
«L’artrosi è una patologia degenerativa che interessa l’articolazione dell’anca e determina una progressiva usura della cartilagine articolare determinando quindi un contatto osso con osso tra la testa del femore e la componente ossea del bacino», ha spiegato il dottor Rossi.
Che ha poi specificato che comporta: «Un'importante sintomatologia, che si presenta generalmente con un dolore inguinale che si irradia all’interno della coscia fino, a volte, anche al ginocchio. Un dolore che si acuisce salendo le scale e limita notevolmente il movimento dell’articolazione e quindi le banali attività quotidiane».
Ma quali sono le cause? «Sono molteplici, abbiamo cause anatomiche, mi viene da pensare alla displasia congenita dell’anca quindi un’alterazione della normale anatomia dell’anca già presente alla nascita; patologie traumatiche e micro traumatiche, da usura, dovute all’attività lavorativa e sportiva; aggiungiamo l’obesità, molto frequente ai giorni nostri e patologie metaboliche e infiammatorie croniche. Ma anche una componente genetica».
Il dottor Rossi ha poi detto quali sono le fasce più colpite: «Le statistiche danno un’incidenza abbastanza elevata, parlando circa dell’8-10% dei pazienti over 65, con una lieve prevalenza per il sesso maschile in età più giovane. Però colpisce indistintamente sia il sesso maschile sia il sesso femminile».
Rivolgersi a un esperto è sempre la soluzione migliore: «La diagnosi deve essere fatta sicuramente con una visita medica approfondita, un esame obiettivo fatto da uno specialista ortopedico e a questo bisogna aggiungerci delle semplicissime radiografie, meglio se fatte sotto carico, quindi stando in piedi, e non è necessario ricorrere a indagini strumentali di seconda generazione. La radiografia è molto diagnostica, è sempre diagnostica: mette in evidenza la riduzione della linea interarticolare, la presenza di osso esuberante e una sclerosi, ovvero un cambio di colore, di consistenza, dell’osso artrosico».
L’artrite dell’anca può essere curata sia in fase precoce: «Il trattamento è di tipo conservativo, quindi con un programma fisioterapico mirato, atto a mantenere una buona articolarità dell’anca, un buon tono della muscolatura e una terapia antinfiammatoria per ridurre il sintomo». Sia nelle fasi avanzate: «È possibile intraprendere una terapia di tipo infiltrativa ma è chiaro che quando l’artrosi diventa avanzata l’unico intervento è quello della protesi d’anca».
Il dottor Rossi utilizza un metodo innovativo proprio per l’intervento: «La protesi d’anca consiste nel sostituire l’articolazione con delle componenti meccaniche che vanno a ristabilire quella che è la normale anatomia, il normale movimento dell’articolazione malata. Esistono numerose tecniche, quella che utilizzo ormai dal 2016 è la Super Path».
Il dottore è stato uno dei primi ad utilizzarla in Italia e ne ha spiegato la procedura: «È una tecnica mini invasiva che, mediante una piccola incisione cutanea, permette di sostituire l’articolazione, rispettando tutti i tessuti molli periarticolari, quindi la capsula, i legamenti, i tendini e i muscoli, senza sacrificarne alcuni».
Questa tecnica ha numerosi vantaggi: «In ambito intraoperatorio ha il vantaggio di ridurre notevolmente le perdite ematiche e, successivamente, il dolore del paziente nel post operatorio, ridurre le complicanze, prima fra tutti la lussazione articolare che con questa tecnica è praticamente azzerata, ed ha un recupero che è notevolmente più rapido rispetto alle tecniche tradizionali».
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